Calcio Femminile Italiano
·26. Juni 2025
AIC: Passione in campo -Trovare equilibrio a tutela di atleti e tifosi

In partnership with
Yahoo sportsCalcio Femminile Italiano
·26. Juni 2025
Esiste un legame che collega gli interessi dei “protagonisti” del mondo del calcio: calciatori e spettatori. Un collegamento tra “diritto” del tifoso allo spettacolo e il “diritto” dell’atleta ad essere messo nelle condizioni di esprimere al meglio le proprie potenzialità sportive.
Il calcio è passione, per milioni di spettatori. La passione di identificarsi, come comunità, in una maglia, una “bandiera”. Di partecipare ad uno spettacolo di livello adeguato, che sia dal vivo, allo stadio, o attraverso i media. Gli ultimi anni hanno visto crescere significativamente il numero degli impegni sportivi. Con particolare riferimento a quelli internazionali che comportano un aumento della durata delle trasferte e dello stress per atleti chiamati, ormai sistematicamente, a disputare un numero di partite (tra club e nazionali) che mette a repentaglio l’integrità fisica e, conseguentemente, diminuisce il livello dello spettacolo offerto. Nella prestigiosa Aula Magna dell’Università di Reggio Emilia, l’Associazione Italiana Calciatori e l’Associazione Italiana Allenatori hanno proposto un confronto sul tema in oggetto.
Nel corso di un dibattito aperto e costruttivo, moderato dal Direttore Generale AIC Gianni Grazioli, sono stati affrontati tutti gli aspetti della questione da relatori rappresentativi dei vari interessi che animano il mondo del calcio di vertice oggi. Il Direttore Organizzativo AIC Fabio Poli ha introdotto il tema, riportando una fotografia dei trend che hanno orientato e orientano il calcio a livello internazionale, soffermando sulle attuali dinamiche del rapporto tra calciatori e spettatori. Lo storico del calcio (oggi direttore del Centro Studi della Federcalcio Araba) Pierre Lanfranchi ha analizzato come sia mutato, nel corso degli anni, il ruolo del calciatore e quello dello spettatore del calcio. L’importanza dei dati, nell’analisi e nella programmazione della parte sportiva, è stato oggetto della relazione di Mirko Marcolini, fondatore di K-Sport. Che ha mostrato come i dati, se impostati e utilizzati correttamente, possano essere di supporto al “fattore umano”.
Il prof. Cottarelli ha proposto una interessante riflessione sulla sostenibilità del sistema calcio, portando le sue competenze da economista di fama internazionale ma anche la sua passione personale di appassionato e di rappresentante di un trust di tifosi. Gigi Riva, infine, ha emozionato e guidato i tantissimi studenti e appassionati presenti in una riflessione culturale e semantica sul valore della “passione” per il calcio. Ricordando che, oltre al pallone, gli unici elementi essenziali ed insostituibili nel calcio sono i calciatori e gli spettatori e che, tra loro, occorre favorire una sorta di “alleanza” fondata sul rispetto dei reciproci interessi e ruoli. Lo spettacolo, dunque, come elemento ormai essenziale del gioco. Una spettacolo da favorire ma anche da tutelare, perché è “dovere” del sistema proporre il livello più alto possibile di calcio ai tifosi. Valorizzandone la natura mediatica, senza staccarsi dalla tradizione di radicamento territoriale che fa del calcio il gioco più bello del mondo. In questo senso le parole del mister Ancelotti, oggi commissario tecnico della Nazionale brasiliana, il quale ha ricordato che questo livello di impegni sportivi, spesso, pregiudica la capacità degli atleti di performare come potrebbero. Ribadendo, sulla base della sua esperienza, che occorre favorire il pieno recupero tra gli impegni sportivi.
Al termine del convegno, il Presidente AIAC Ulivieri ed il Presidente AIC Calcagno hanno proposto una sintesi dei temi e ipotizzato delle strategie di sviluppo per il futuro. Ulivieri ha proposto un modello più vicino alle esigenze dei protagonisti. Più “umano”, che riavvicini i calciatori (e gli allenatori che devono gestire la squadra) ai tifosi. Il Presidente Calcagno ha chiuso l’incontro di Reggio Emilia sottolineando come i cambiamenti del nostro sistema debbano invitarci a lavorare per la tutela dei calciatori e dello spettacolo: “Cosa immaginiamo per il futuro? Non dobbiamo aver paura dell’innovazione, ma dobbiamo mettere al centro di tutto la persona e preoccuparci anche di chi, con la sua passione, fa vivere questo mondo. È necessario trovare un un punto d’incontro, ridistribuendo meglio le risorse, tutelando gli atleti, i tifosi e l’equilibrio competitivo dei campionati nazionali”.