Arbitri, rivoluzione dal 26/27: i direttori di gara di A e B fuori dall'AIA su modello inglese | OneFootball

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·21. September 2025

Arbitri, rivoluzione dal 26/27: i direttori di gara di A e B fuori dall'AIA su modello inglese

Artikelbild:Arbitri, rivoluzione dal 26/27: i direttori di gara di A e B fuori dall'AIA su modello inglese

Già dalla prossima stagione il mondo arbitrale italiano potrebbe vivere una autentica rivoluzione. Un movimento in avanti che si può definire all’inglese, visto che prende spunto proprio dall’organizzazione dei fischietti in terra britannica.

Come riporta l’edizione odierna de Il Corriere dello Sport, i direttori di gara di Serie A e B si dovrebbero staccare dall’Associazione Italiana Arbitri (AIA) già a partire dalla stagione 2026/27 (mentre rimarrebbero al loro posto Serie C e tutte le categorie dilettantistiche e giovanili) andando a formare una società a sé stante, finanziata dalle due Leghe di riferimento (A e B) e della FIGC. Esattamente quello che avviene oggi in Inghilterra, con la PGMOL (Professional Game Match Officials Limited) che dal 2001 gestisce gli arbitri della Premier League.


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Uno scatto in avanti che avviene dopo il confronto fra il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, e i rappresentanti arbitrali, Guida (arbitri in attività), Mazzoleni (VMO, i Var professionisti) e Meli (assistenti) per cercare di porre rimedio a una situazione che si stava facendo delicata.

Tutto inizia dopo una call degli arbitri con il proprio presidente Carlo Pacifici (risultata infruttuosa), visto che si erano rifiutati di firmare i contratti constatando tutta una serie di mancanze e omissioni a fronte di nuove incombenze. Un esempio è dato dal VAR announcement, introdotto in questa stagione, e visto come l’ennesima richiesta senza riconoscimento. Da qui l’intenzione di mettere in atto una sorta di sciopero bianco. Quale? Stop proprio all’annuncio allo stadio, se non da subito, quasi. Così nasce l’incontro con Gravina.

Il punto di caduta è una delle proposte che l’attuale designatore, Gianluca Rocchi, va sostenendo da tempo. Ovvero, la creazione di una società che gestisca gli arbitri di A e B che si stacchi dall’AIA, così da avere vita e soprattutto conto economico propri. Un gruppo al cui vertice potrebbe esserci proprio lo stesso Rocchi, che alla fine di questa stagione avrebbe lasciato la CAN A a Daniele Orsato, che a quel punto resterebbe in C invece di fare il tanto sperato salto. A proposito di Orsato, il suo stipendio, come previsto, è di 150mila euro anche se con formule differenti rispetto a quanto prospettato all’inizio. Busta paga da 60mila euro come designatore (come Ciampi lo scorso anno) ai quali si aggiungeranno ben 90mila euro di bonus per la sperimentazione del Football Video Support, il VAR in uso in Serie C proprio da questa stagione.

Tornando a quello che si può definire scisma in seno all’AIA, la nuova società arbitrale in stile Premier avrà il compito di crescere i nuovi arbitri. I soldi, come detto, arriveranno dalle due Leghe (A e B) e dalla FIGC, che pagheranno il servizio. All’analisi e alle valutazioni strategiche collaboreranno (così come avviene in Inghilterra) anche ex giocatori ed ex allenatori. Oltremanica, Howard Webb, Chief Refereing Officer della PGMOL, si occupa di 162 arbitri e 350 assistenti arbitrali. 20 gli arbitri professionisti a tempo pieno del Select Group One, 84 quelli a contratto. La base per chiedere un aumento sarà proprio la creazione di questo muovo organismo.

Ma intanto gli arbitri avrebbero ottenuto subito il pagamento del gettone-partita, disgiunto dal rimborso (che arriverà quando verranno effettuati i controlIi), TPR (o TFA) da calcolare sulla base dell’anzianità, anticipo della fatturazione a settembre, dicembre, marzo (ora è novembre, marzo e giugno). Ma non è tutto chiarito a favore dei fischietti italiani, visto che quelli di base saranno colpiti dai tagli dell’AIA con le sezioni che hanno ottenuto solo 187% del dovuto, il 13% non arriverà mai.

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