Calcio e Finanza
·16. Dezember 2025
Arbitri senza presidente? Zappi rischia di decadere per l’indagine della Procura FIGC

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·16. Dezember 2025

Nella mattinata di ieri il presidente dell’AIA Antonio Zappi ha ricevuto la notifica del suo deferimento da parte della Procura FIGC e adesso rischia la sua posizione di numero uno del mondo arbitrale italiana. Con Zappi, sono stato notificato anche il componente del Comitato Nazionale Emanuele Marchesi.
Come riporta l’edizione odierna del La Gazzetta dello Sport, se da una parte si tratta di un atto atteso dalle parti coinvolte, la novità dell’ultima ora è quella che riguarda un probabile patteggiamento. Lo stesso Zappi, attraverso i propri legali, ha proposto alla Procura un accordo chiedendo un’inibizione di 45 giorni, da ridurre a 15 tra pena dimezzata e attenuanti. La sua intenzione però era farlo senza accettare, neanche implicitamente, qualsiasi assunzione di responsabilità o colpevolezza, ma solo allo scopo di non destabilizzare troppo l’AIA. Ma per il procuratore FIGC Giuseppe Chinè, sentita la Procura Generale dello Sport, la sanzione proposta era insufficiente tanto da scegliere di respingere il patteggiamento.
Quindi niente accordo per Zappi che ora vede avvicinarsi l’ipotesi di un’anticipata decadenza dalla presidenza. Al numero uno degli arbitri viene contestata la violazione dell’articolo 4 del Codice di Giustizia sportiva – quello sulla lealtà, correttezza e probità dei tesserati – oltre ad alcuni articoli del Regolamento AIA e del Codice Etico della stessa Associazione. Il motivo? Le presunte pressioni esercitate la scorsa estate sui vertici degli organi tecnici di Serie C e Serie D, in particolare su Maurizio Ciampi e Alessandro Pizzi che – secondo l’accusa – sarebbero stati spinti alle dimissioni per poi essere sostituiti da Daniele Orsato e Stefano Braschi. Torniamo al presente. Il Codice, all’articolo 26, prevede in caso di patteggiamento prima del deferimento uno sconto della possibile sanzione «fino a un massimo della metà di quella prevista in via ordinaria».
In passato, quando l’AIA aveva ancora un suo procuratore (prima di passare sotto la giurisdizione FIGC), il presidente era stato sanzionato con 10 mesi di stop, otto per il comportamento ritenuto offensivo dopo essere stato sconfitto da Marcello Nicchi alle elezioni del 2016 e due per il caso Gavillucci. Se il processo davanti al Tribunale federale nazionale si concludesse con due o più mesi di inibizione Zappi non sarebbe più presidente in base all’articolo 29, comma 1, dello Statuto FIGC e all’articolo 15 del Regolamento AIA, che prevedono la decadenza dai 12 mesi di squalifica in su. Da qui la richiesta di patteggiamento proposto da Zappi che avrebbe scongiurato questo scenario, ma il rifiuto di Chinè fa pensare che possa chiedere decisamente di più. Zappi, che ancora ieri ha ribadito la sua «totale estraneità e la piena legittimità del proprio operato», ha messo insieme due frasi storiche, la prima di Churchill e la seconda attribuita a Brecht, ma ormai entrata nel linguaggio comune: «È l’ora più buia, ma ci sarà un giudice a Berlino».









































