Benitez vede una Juventus sulle ali dell’entusiasmo: «Cosa rappresenta la vittoria di sabato contro l’Inter». Parole importanti dell’allenatore! | OneFootball

Benitez, allenatore, ha rilasciato queste dichiarazioni sulla Juventus nel giorno del match di Champions League contro il Borussia Dortmund

Molti allenatori inseguono la gloria europea per una vita intera, per alcuni resta un sogno, per altri un’ossessione. Per Rafa Benitez, invece, è una conquista familiare. Il tecnico spagnolo, mente calcistica brillante e fine conoscitore del gioco, è un autentico specialista delle notti europee, un “Re di Coppe” che ha scritto il suo nome nella leggenda del calcio.

Le sue imprese sono scolpite nella memoria collettiva, dalla mitica rimonta di Istanbul del 2005, quando guidò il suo Liverpool a un trionfo epico, fino alla vittoria del Mondiale per Club sulla panchina dell’Inter. La Champions League è sempre stata il suo habitat naturale, il palcoscenico perfetto per esaltare la sua intelligenza tattica. Oggi, forte di quell’esperienza ineguagliabile, Benitez porta la sua saggezza sulle colonne de La Gazzetta dello Sport in veste di opinionista, per analizzare e raccontare la “sua” coppa.

LE PROSPETTIVE DELLE SQUADRE ITALIANE – «De Laurentiis ha investito in maniera intelligente e massiccia e con Conte ha aperto un ciclo che ora viene esaminato in Europa: non sarà semplice riuscire ad essere sempre competitivi sui due fronti ma lo spessore dell’allenatore aiuterà. L’Atalanta è un’incognita, a me piace il modo in cui nel tempo è stato costruito questo capolavoro. Chivu deve fronteggiare una situazione strana, frutto di tanti piccoli micro-traumi: per un po’, l’Inter si è portato appresso la sconfitta di Parigi, che ora non penso abbia più incidenza. Però bisogna intervenire e subito e per farlo, il tecnico ha bisogno del sostegno dei Lautaro e dei Barella, dei Sommer e dei Thuram. E la Juve qualche indicazione l’ha già data, la vittoria di sabato è un segnale fortissimo a se stessa ma anche alle altre».

COSA SI ASPETTA DI NUOVO – «Un calcio sempre più affascinante, la ricerca della giocata ma evitando le esasperazioni di una costruzione dal basso ossessionante. La Champions con questa nuova formula arricchisce il coraggio di arricchirsi. Nelle analisi fatte per l’Uefa abbiamo notato che è aumentata la pressione offensiva e sempre più squadre giocano lungo per evitarlo. Si va tanto “uomo contro uomo”, si pressa alto, si gioca tra le linee per arrivare al tiro. In Europa, si attacca in profondità, si sviluppa il contropiede».