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·12. November 2024

Bisogna parlare di Giacomo Gabbiani: la Cremonese ha un gioiello tra le mani

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GIACOMO GABBIANI CREMONESE – Il lavoro fatto dalla Cremonese con il settore giovanile va avanti da anni, ed è dunque doveroso iscrivere i grigiorossi a pieno titolo tra le poche – pochissime – eccezioni che brancolano nella rumorosa confusione del calcio italiano nello sviluppo di tale tema.

Dopo aver saccheggiato ogni desiderio della concorrenza nella scorsa stagione, la promozione in Primavera 1 – ma è bene ribadire quanto già sottolineato, ovvero che il lavoro riguarda l’intera piramide, non solo il vertice – non ha portato alcun cambiamento nelle intenzioni dei ragazzi dell’ottimo Elia Pavesi, tra i più interessanti allenatori del torneo. Calcio propositivo, coraggioso, intenso: principi che stanno valorizzando diverse individualità, una su tutte – a detta del sottoscritto – quella del talentuosissimo Giacomo Gabbiani.


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Attaccante classe 2006, nonostante i 18 anni è già alla terza annata in Primavera. Impressionanti i suoi numeri nel campionato in corso, con ben quattordici reti (e un assist) in undici partite, ma a deliziare non è la punta dell’iceberg bensì tutto ciò che la sorregge. Giocatore che da moderno si può e si deve ora definire contemporaneo, Gabbiani ha l’intelaiatura del campione, che si percepisce nei suoi movimenti, nella cattiveria con cui attacca lo spazio e la contestuale intelligenza con la quale annusa la possibilità di arrivare al tiro. Calciatore dinamico, tarantolato ma mai disordinato, ha l’impronta sia del rapace che del rifinitore. Il suo idolo, non a caso, è Lautaro Martinez, con cui condivide le caratteristiche e il numero di maglia (ma il suo procuratore, a ragion veduta, l’ha accostato anche a Giacomo Raspadori).

Partner in crime del cannibale David Stückler fino a pochi mesi fa, la presenza del danese (e dei suoi trenta gol e undici assist nel 2023/2024) non ha comunque limitato Gabbiani, arrivato a quota 20 reti pur dovendo condividere determinate zolle. Non è stato un problema – come certificato dai numeri e dalle prestazioni – perché Giacomo è un attaccante che sa (e in un certo senso ricerca quanto segue) giocare molto bene anche da seconda punta, grazie alla connaturata conoscenza del Gioco e alle possibilità atletiche fino a poco fa menzionate.

In possesso di un’ottima capacità balistica e di una più che discreta capacità coordinativa, la sua tecnica di calcio è rafforzata da un’indiscutibile visione della porta, che nei momenti clou questo ragazzo riesce a vedere in 4K. Sommatoria di elogi, quella che sta accompagnando la narrazione, che potrebbe e dovrebbe vedere come diretta conseguenza l’apertura delle porte della prima squadra, con la quale proprio in questa stagione è arrivata la prima volta in panchina (nel successo a Cremona). In un momento di grande agitazione e confusione per la compagine nuovamente allenata da Giovanni Stroppa, non è privo di fondamenta immaginare la concessione di spazio alla positività, alla freschezza ma soprattutto al profumo di futuro di un talento così fulgido.

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