Juventusnews24
·10. Oktober 2025
Capello rivendica con orgoglio: «Ho vinto 11 scudetti, sento miei anche i due conquistati con la Juve»

In partnership with
Yahoo sportsJuventusnews24
·10. Oktober 2025
Una frase secca, potente, destinata a fare rumore e a riaccendere polemiche mai sopite. Dal prestigioso palco del Festival dello Sport di Trento, Fabio Capello riscrive il suo palmarès personale, lanciando una vera e propria bomba mediatica che riporta le lancette dell’orologio indietro fino all’estate del 2006. L’ex allenatore, tra i più vincenti della storia, ha rivendicato con forza la paternità dei due scudetti revocati alla Juventus ai tempi di Calciopoli.
Interrogato sulla sua straordinaria carriera, Don Fabio non ha usato giri di parole per esprimere il suo punto di vista, che coincide da sempre con quello del club bianconero e dei suoi tifosi.
CAPELLO – «Gli scudetti che ho vinto sono undici! Ci sono anche i due che abbiamo vinto sul campo con la Juventus».
Con questa dichiarazione, l’ex tecnico di Milan, Roma e Real Madrid aggiorna il suo personale albo d’oro. Ai sette titoli di campione nazionale vinti ufficialmente in carriera (quattro con il Milan, uno con la Roma e due con il Real Madrid), Capello aggiunge con orgoglio i due conquistati alla guida della Juventus nelle stagioni 2004/05 e 2005/06, successivamente cancellati dalle sentenze della giustizia sportiva.
Le parole di Capello riaprono una ferita profonda del calcio italiano. Il concetto di “vittoria sul campo” è il pilastro su cui si è sempre basata la difesa della Juventus e di chi, come l’allenatore di Pieris, in quegli anni era protagonista. La sua non è una semplice provocazione, ma la riaffermazione di un principio: per lui, ciò che è stato conquistato attraverso il sudore e le partite giocate ha un valore superiore a qualsiasi verdetto emesso dai tribunali.
La dichiarazione arriva da uno degli allenatori più pragmatici e vincenti di sempre, un uomo che ha sempre messo il risultato al di sopra di tutto. Sentirgli rivendicare con tanto orgoglio quei due titoli sottolinea quanto quella vicenda abbia segnato in maniera indelebile la sua carriera e la storia del club bianconero. Una polemica che, a quasi vent’anni di distanza, non accenna a placarsi.