Calcio e Finanza
·21. September 2025
Caso ultras Inter, le risposte di Ferdico ai pm: «50mila euro per uccidere Boiocchi»

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·21. September 2025
Lo scorso 1° maggio, l’ex capo della Curva Nord interista, Marco Ferdico, ha fornito la propria ricostruzione dei fatti ai pm in merito all’omicidio di Vittorio Boiocchi, figura storica del tifo organizzato nerazzurro.
Come riporta l’edizione odierna de La Repubblica-Milano, Ferdico ha ricostruito le settimane precedenti dell’omicidio, la sua organizzazione e i momenti successivi all’agguato in cui ha perso la vita Boiocchi il 29 ottobre 2022 proprio sotto casa sua, in zona Figino.
Ferdico ha risposto solamente alle domande inerenti all’omicidio Boiocchi, per cui è stato rinviato a giudizio insieme al padre Gianfranco, ad Andrea Beretta (il mandante secondo la ricostruzione di Ferdico) e quelli che sarebbero i due esecutori, Daniel D’Alessandro e Pietro Simoncini, che di Ferdico è il suocero.
Ferdico, come detto, ha ricostruito l’intera vicenda dei pm, partendo dal movente. «Il primo luglio 2022 vengo invitato all’addio di Piscitelli», cioè il Diabolik della C Nordurva laziale ucciso a Roma nel 2019, «ma la sera prima vengo chiamato per una lite tra Beretta e Boiocchi», racconta l’ex capo della Curva interista. Dopo qualche giorno «Beretta mi dice che vuole uccidere Boiocchi».
I due, insieme, compiono il primo sopralluogo: «Dico di accettare di partecipare all’omicidio ma di non volerlo eseguire. Ero comunque affascinato dalla sua audacia e dalla possibilità di prendere il comando della curva», ammette Ferdico. Ma il padre Gianfranco prova a farlo desistere: «Mi ha sempre detto che l’avrei pagata». Ma il piano va avanti e avviene il pagamento dei due killer: «Entrambi accettano per 25mila euro a testa».
Il gruppo decide di entrare in scena a fine ottobre: «Il 25 Beretta mi piomba a casa spaventato. Il giorno dopo mi trova la moto e il pomeriggio mi consegna la pistola. A quel punto comincio a pensare al piano». Che il 29 sera va a segno con la morte di Boiocchi. «A sparare è stato D’Alessandro», racconta Ferdico che aggiunge: «La pistola poi è stata gettata in un laghetto in zona Trezzano sul Naviglio».
(Image credit: Depositphotos)