Conferenza stampa Spalletti pre Juve Roma: «Sarà un esame di maturità da università. Milik convocato, l’ho trovato un bambino felice… Bremer gioca» | OneFootball

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·19. Dezember 2025

Conferenza stampa Spalletti pre Juve Roma: «Sarà un esame di maturità da università. Milik convocato, l’ho trovato un bambino felice… Bremer gioca»

Artikelbild:Conferenza stampa Spalletti pre Juve Roma: «Sarà un esame di maturità da università. Milik convocato, l’ho trovato un bambino felice… Bremer gioca»

Conferenza stampa Spalletti pre Juve Roma: le sue dichiarazioni alla vigilia del match della 16ª giornata di Serie A 2025/26

(inviato all’Allianz Stadium) – Forte di due vittorie di fila – l’ultima fondamentale a Bologna – la Juve si affaccia allo scontro diretto con la Roma sulle ali dell’entusiasmo. Obiettivo? Vincere e accorciare in classifica in chiave quarto posto.

Nel giorno di vigilia, venerdì 19 dicembre, Luciano Spalletti è intervenuto in conferenza stampa alle 16 per presentare il match davanti ai media. Juventusnews24 ha seguito LIVE le sue parole.


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COSA VUOL RIVEDERE DOPO BOLOGNA – «Mi ha fatto piacere perché poi quando vengo qui sembra si dicano le cose tanto per dire ma ho visto i ragazzi allenarsi in maniera corretta. Siamo andati a far vedere questo miglioramento e quello che deve essere il modo di proiettarsi verso un calcio attuale. Lo han fatto in una partita tosta, difficile, questo penso riesca a determinare una rivoluzione. Ce l’abbiamo lì a portata di mano, poi è il mantenerle nel lungo periodo».

MILIK – «Domani è convocato. L’ho trovato come un bambino felice che ha la possibilità di rifare il gioco che gli è sempre piaciuto. Ha entusiasmo, sa che tipo di sport e ruolo fa. È un calciatore ben preciso, ha caratteristiche importanti per quel ruolo lì. Quindi viene con noi».

CENE CON GASPERINI – «Io sto bene con tutti, con molti di questo campionato qui. Io sto quasi bene con tutti. Mi ha sempre messo curiosità: è il modo di fare, di ragionare, di praticare un mestiere a fare la differenza. Da uno come lui c’è da imparare, è un marchio di fabbrica il Gasp-brand. Quanti ho sentito dire ‘Fanno come l’Atalanta’. Lui già quando era all’inizio, a Crotone, era meno rigido ma andava già a difesa alta, andava a prenderti fino fuori dalla porta di casa tua. Riesce a incuterlo a tutti quelli che ha allenato. Tutti i suoi ex calciatori che ora fanno gli allenatori giocano tutti come lui: Palladino, Juric, Bocchetti, Modesto. Guarda la Roma attuale: calciatori trasformati da un punto di vista di mentalità, sono calciatori totali. Ti sgama se hai dei difetti, ti mette in superficie tue non completezze e debolezze. Mancini ora fa gol da tutte le parti, chiunque della squadra è disponibile a sapersi comportare in qualsiasi posizione di campo si viene a trovare. Questa cosa della Roma che ti recinta è difficile da liberarsi, da trovare la possibilità di spazi per esibire le tue qualità. Ha poi dei controsensi, però poi lui attraverso il suo modo asfissiante riesce a non farteli acchiappare quelle difficoltà. Lo fa in maniera talmente continuativa, opprimente, avvolgente, che non ti rimane possibilità di praticare il tuo calcio. O sei bravo a ritagliartela, se non andremo oltre i duelli andremo nella loro partita. Ha inventato il modo a cui fan riferimento in tanti ora. Come Sacchi, che ha creato situazioni nuove, gli si fanno i complimenti perché giocano un calcio totale».

QUESTA SQUADRA LO DIVERTE – «Questo fatto dell’essere anche belli dipende da quello che diventa attraente, trascinante per gli sportivi. Il bello tipo vetrina di negozio: meglio avere abiti stropicciati ed essere disponibili a ciò che bisogna fare in partita. Ora questo modo di giocare qui, che si va a pressare, si recupera posizione, si va forte, si anticipa quelle che sono le situazioni che poi ti capiteranno… In tutta questa velocità, la cosa fondamentale da fare e importante è riuscire a prevederle le cose. Se non sei così veloce con loro ti trovi male per forza. Noi abbiamo margini di miglioramento che bisognerà vedere se in questo contesto di livello così tremendo da un punto di vista di corsa, di impegno mentale, riusciamo a trovare questi spazi. Bisogna uscire dalla cosa prestabilita dalla codifica, bisogna uscire da quel ragionamento. Le situazioni cambiano in maniera rapida, devi essere pronto a saperle riconoscere lì per lì, velocemente. Devi essere impulsivo dal punto di vista della reazione, nel saperla riconoscere. A Bodo siamo stati dentro la partita, ma dentro quel tipo di campo, dove le velocità son tutte tridimensionali, più elettriche. Siamo quindi andati avanti e quindi son contento».

YILDIZ E MCKENNIE GIOCATORI MODELLO – «Prima c’era l’impostazione che la posizione di uno ti desse l’impressione di dove fossero gli altri. Ora non è così, non sai dove sono gli avversari. Vedere dove non guardo, questa è la battaglia che sto facendo nello spogliatoio. I calciatori modificano di continuo nelle loro posizioni, gli spazi sono tra gli avversari non tra le linee. Ti devi rendere conto di dove sono gli avversari. Questo radar deve essere fatto in maniera continuativa. È un po’ quello che faceva Totti quando giocava o Del Piero: con le sue giocate lui anticipava e vedeva l’impossibile, per altri era impossibile giocare quei palloni lì. Andava a creare da una situazione pensata, da una fantasia, ci creava una situazione reale. Questi calciatori qui determinavano gli altri di stare al loro livello, Perrotta e Salah sapevano che il pallone arrivava. Ora ci sono piccoli prigioni che le squadre ti portano, per uscirne devi trasformare l’immaginazione in realtà. E i giocatori ci possono stare tutti. Questo fatto di non avere ruolo è una cosa su cui adattarsi. Se non hai ruolo e poi lasci per 10′ la squadra senza apporto in fase difensiva, contro la Roma ti fan pesare quella superiorità lì. Ci vogliono giocate e atletica, ci vuole fisico, corsa, tante cose per riempire la scatola della partita».

BREMER – «Bremer gioca e c’è anche un po’ di valutazioni da fare. Sia Rugani sia Cabal dovrò vederli domattina per poterli usare siccome hanno un po’ di affaticamento muscolare».

DAVID – «Hanno fatto bene a non portarlo a cena…La prima volta che lo hanno invitato ha grattato il parmigiano sulla pasta alle vongole e non l’han più portato (ride ndr)».

PAROLE CAPELLO – «Si ascolta sempre, ha un’esperienza che ci impone di fare questo. Questo è un esame di maturità da università, per tutte le cose dette prima. Qualche defezione l’abbiamo, però ho visto il gruppo allenarsi bene, tutti interessati, a livello di disputare una partita alla pari con la Roma».

GIOCATORI CON PIU’ SACRIFICIO – «Mi sembra di vederli più coinvolti in tutto quello che capita. È la continuità che crea l’eccezionalità. Nel calcio essendo continuo crei la giocata importante. Essere se stesso e basta non è più sufficiente. Sul fatto che han giocato a viso aperto, che han preso uomo contro uomo. David ha sempre pressato il portiere, i giocatori sono andati a prenderli fino alla bandierina. È una qualità fondamentale quella che hai detto».

CAMBIASO – «Mi piace, sa far tutto. In questo momento qui ho preferito togliergli dei pezzi di partita: sa far tutto ma è un po’ tutto sotto livello, ha potenzialità e qualità superiori. Lui ci è rimasto male, perché lui capisce questa situazione qui, è esigente con se stesso. Sa che può far meglio e dare di più da un punto di vista di ruolo. Lui legge i dati che gli vengono spediti sul cellulare, è molto autocritico con se stesso. Si va ad acchiappare il meglio della situazione. La presunzione è inallenabile, quando è presuntuoso non si allena perché è convinto di essere al top sempre. In allenamento gli ho rivisto fare sgasate, dialogo coi compagni, lui sa far tutto è un calciatore moderno».

PLAY DAVANTI ALLA DIFESA – «Per quanto riguarda il mercato io non ho parlato di niente con la società e non mi interessa granché. Non vado a cercare di niente e non parlo di niente se non vengono loro a dirlo a me. Poi per quanto riguarda il tipo di calciatore, noi ne abbiamo. Anche lo stesso Locatelli mi sta piacendo. Chiaro che la sua caratteristica sia dare forza ma ha anche piedi per giocare a calcio. Deve accorciare anche le tempistiche di possesso palla, può farlo. Anche Koopmeiners, Miretti, Thuram che si sta adattando benissimo dando via di prima a volte la palla e alternando non solo le situazioni che piacciono a lui. Siamo abbastanza tranquilli. Per il resto, se fosse, ne parlerò con la società. Per ora questo non è avvenuto».

QUANTO CAMBIA LA JUVE SENZA KOOPMEINERS – «Non so prevedere un futuro immediato senza Koop. Me lo posso immaginare ma decidono le abitudini dei calciatori, sono quelle che mi porteranno verso un futuro. Creiamo delle abitudini corrette, noi vogliamo giocare palla da dietro, non vogliamo giocare in maniera orizzontale. Quando loro ti vengono addosso ti rimane il portiere, poi ti attaccano il portiere. Dentro le situazioni bisogna riconoscere come giocare. Perché tutti ora vanno a pressare alto? Perché i difensori hanno vantaggio sulla palla sparata da dietro. È da valutare se senza Koop riusciremo a essere bravi a uscire da dietro, lui sa farlo. Ha piede, triangolazione, si inserisce. Non c’è una muta per le partite facili o difficili, bisogna fare la stessa cosa. È quello che fai contro qualsiasi avversario, pensando poi sarà una partita difficile. Nel calcio vince chi vede prima le giocate: vince chi agisce prima non chi reagisce. Diventano fondamentali le cose che fai e farle da Juventus, conta giocare da Juventus».

TRE PARTITE CON UNA SETTIMANA PIENA – «Mi aspetto di incidere in tutto giocare una partita in generale. È quello che diventa l’abitudine, che ci porterà ad avere abitudine, migliorarsi sempre, andare a prendere notizie nuove, dai noi stessi, dagli altri. Stare comodi nel nostro futuro. Si tenta di fare quello. Siamo stati sotto livello e ora cerchiamo di metterci in pari».

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