Dai rigorini per la Juve alla triste esaltazione delle big: Bologna, una Supercoppa per continuare a riscrivere gli equilibri del calcio italiano | OneFootball

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Zerocinquantuno

·17. Dezember 2025

Dai rigorini per la Juve alla triste esaltazione delle big: Bologna, una Supercoppa per continuare a riscrivere gli equilibri del calcio italiano

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Le sfide tra Bologna e Juventus non finiscono mai al novantesimo. Per giorni, nonostante la vittoria bianconera, abbiamo dovuto assistere alle pietose geremiadi di chi sostiene siano mancati due rigori per la squadra di Spalletti (il secondo dei quali avrebbe meritato anche la simultanea espulsione di Lucumí per il suo goffo tentativo di rialzare da terra Conceiçao, a gioco fermo). Fumo negli occhi a beneficio di una platea che i poteri forti del calcio vorrebbero asservita di nuovo ad una logica elitaria: le grandi contro le medio-piccole, le meritevoli per diritto di rango e le altre gentilmente ospitate a banchettare.


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Fateci caso: nei giorni in cui la Fiorentina marcia spedita e con pieno merito verso la B, alcuni commentatori sportivi nazionali richiamano l’urgenza di una Serie A a quote fisse, con le grandi piazze titolate di diritto a partecipare al campionato (parafrasi della «minuzzaglia» coniata da De Laurentiis); in parallelo, con una Juve ridotta ai minimi termini di competitività, si continua a raccontare la favola di una squadra in corsa per l’Europa o addirittura per il titolo. Sistematicamente ignorati, o sottovalutati, o ridimensionati, gli exploit di piazze come Bologna e Como. Persino l’Atalanta, rientrata nell’alveo dei ‘normali’, pare aver generato un certo sollievo tra gli opinion leader pallonari.

Ma cos’è che dà realmente fastidio nel Bologna? Il sospetto è che a spaventare il consesso delle big sia un modello di calcio, una certa maniera di gestire la ricchezza, l’etica sostenibile della crescita lenta contro la massimizzazione dei risultati ad ogni costo. Il Bologna fa paura perché ha dimostrato che nel calcio italiano si può ancora vincere con le competenze, con gli investimenti oculati, col tetto degli ingaggi, con l’investimento nelle infrastrutture, con la continuità aziendale, con le deleghe sportive dalla proprietà a una dirigenza fidata. Bologna dà fastidio non perché è Bologna, ma per ciò che rappresenta.

E dà fastidio soprattutto oggi, in un campionato mai così livellato verso il basso, che potrebbe emettere una vincitrice con una media di due punti a partita, o forse anche meno. Ecco perché in questa Supercoppa il BFC non deve comportarsi da intruso, bensì cogliere l’occasione per continuare a riscrivere gli equilibri del calcio italiano. In ballo non c’è solo un trofeo, ma una piccola rivoluzione dei poteri e di chi li comunica ogni giorno in televisione e sui social. Non disuniamoci proprio adesso.

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