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·15. September 2025
Ex Sampdoria, Bettarini: «Ho fatto una giusta carriera, ma avrei meritato una grande squadra!»

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La carriera di Stefano Bettarini ha attraversato diversi club italiani e non è mai passata inosservata. Tra le tappe più significative della sua esperienza da calciatore c’è sicuramente quella con la Sampdoria, vissuta a Genova tra il 2002 e il 2004.
In quel biennio il difensore toscano ha collezionato 58 presenze con la maglia blucerchiata, affermandosi come elemento di grande affidabilità per la retroguardia. La sua duttilità, unita alla capacità di adattarsi a diversi sistemi di gioco, lo ha reso un profilo utile in un periodo in cui il Doria stava lavorando per consolidarsi nel massimo campionato.
Arrivato a Genova in un momento cruciale della sua carriera, Bettarini si è fatto apprezzare per temperamento, solidità e spirito di sacrificio. Con i blucerchiati ha avuto modo di misurarsi contro attaccanti di primo livello, maturando un’esperienza importante anche dal punto di vista caratteriale.
Oltre all’avventura con il Doria, Bettarini ha difeso i colori di diverse squadre italiane. Dopo gli inizi al Baracca Lugo e al Carrarese, ha vestito le maglie di Lucchese e soprattutto della Fiorentina, dove si è imposto come difensore affidabile in Serie A. Un altro passaggio rilevante della sua carriera è stato quello al Cagliari, dove ha giocta per una stagione. In Sardegna ha trovato continuità di rendimento, dimostrando la sua capacità di guidare il reparto difensivo con esperienza.
La parabola del calciatore toscano si è intrecciata con piazze diverse, ciascuna con le proprie difficoltà e ambizioni. Bettarini, grazie alla sua versatilità, è riuscito a ritagliarsi spazio in ogni contesto, divenendo un punto di riferimento per compagni e tifosi.
Guardando al complesso della sua carriera, Bettarini ha avuto un percorso ricco di esperienze e di sfide e ne parlato per La Gazzetta dello Sport. L’avventura con la Sampdoria resta una delle pagine più significative, perché coincisa con un momento di crescita del club ligure e con la sua affermazione a livello personale. Le sue parole:
«Ero un fluidificante mancino dal bel piede. Sarò onesto: così, ce n’erano pochi. Pancaro e Zambrotta erano destri e quindi adattati. Poi c’era Maldini, l’idolo di sempre. Un’altra categoria. Sottovalutato? Ho fatto la giusta carriera. Avrei meritato una grande squadra, ma al mio agente dicevano sempre la stessa cosa, ovvero che ero troppo bello per fare il calciatore».
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