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·20. August 2025
Fiorentina, Pioli: “Champions? Dobbiamo alzare il livello”

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Il nuovo allenatore della Fiorentina Stefano Pioli è stato intervistato da La Repubblica, dove ha parlato della prossima stagione in Viola.
Momento delicato per Stefano Pioli, che si prepara a cominciare la sua terza avventura con la Fiorentina, alla seconda da allenatore. Il tecnico ha spiegato la scelta di tornare a Firenze e le sensazioni prima dell’inizio del campionato. Ecco le sue parole a La Repubblica.
“La chiamata è arrivata al momento giusto, avevo deciso di tornare in Italia e quando mi hanno chiamato i dirigenti non ho avuto bisogno di rassicurazioni perché sono uno che decide con il cuore.
Mi piace il presidente Commisso, è una persona chiara, diretta che affronta sempre i problemi confrontandosi. Gli ho detto che ha fatto un investimento importante prendendomi (ride, ndr), lo sento ogni settimana, vede tutti gli allenamenti e mi chiede come sta la squadra. Il Viola Park è un qualcosa di unico, che offre il massimo ai calciatori e che ci permette di chiedere il massimo da ognuno di loro. Ho scelto la Fiorentina per il progetto di allestire una squadra che in due o tre anni possa dare soddisfazione ai tifosi”.
La Champions è un vostro obiettivo? “Non dobbiamo porci dei traguardi così precisi, noi dobbiamo alzare il livello, dobbiamo avere una mentalità che ci porti a giocare ogni partita con la possibilità di poterla vincere, poi è chiaro che il mio arrivo ha creato aspettative alte. Lo accetto ma credo che quest’anno sia solo l’inizio del nostro percorso, non si può costruire tutto in una sola volta. Noi vogliamo mettere in campo le nostre qualità, creare con l’ambiente un qualcosa di unico che ci consenta di andare oltre i nostri limiti. Se con la Fiorentina arriviamo quarti è come vincere uno scudetto perché abbiamo fatto il massimo”.
Cosa si aspetta dal mercato? “Un paio di innesti. La società sa cosa mi serve. Kean? Lo volevo al Milan, anche se c’era chi parlava male di lui. Niente di vero, è un ragazzo serio che dà tutto. È un amico di Leao: due persone dal cuore grande”.
Perché ha voluto Dzeko? “In campo è un professore. Fuori un esempio per i più giovani”.
Il tridente con Kean, Dzeko e Gudmundsson è sostenibile? “Dipenderà dagli altri otto, dall’avversario e dal tipo di partita. Non è lo schema a vincere, se ci sono le condizioni ne metto anche quattro di giocatori offensivi”.