Calcionews24
·6. Oktober 2025
Florenzi: «Il Milan mi ricorda quello dello scudetto. Leao non ha ancora capito una cosa»

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Un addio al calcio sereno, senza rimpianti, e un futuro da osservatore lucido e schietto. Alessandro Florenzi, dopo il ritiro annunciato a fine agosto, è tornato a parlare dagli studi di Sky Sport, toccando tutti i temi della sua carriera e analizzando il presente del Milan e della Serie A.
Florenzi ha prima di tutto svelato il momento esatto in cui ha capito che la sua carriera da calciatore era giunta al termine, una scelta sofferta ma consapevole. «Ho deciso di smettere a luglio, quando sono salito sopra un tapis roulant. Mi sono preso 3-4 settimane di vacanza, quando entro in palestra e faccio le mie ripetute non mi andava più. Non ero più disposto a sentire tutti quei dolori, ho giocato in condizioni al limite. Non ho la malinconia del campo, perchè l’ho fatto per me stesso. Le mie ginocchia mi ringraziano tutti i giorni».
Da ex rossonero, ha elogiato il nuovo corso del Milan di Allegri, vedendo delle somiglianze con la cavalcata scudetto del 2022. «Oggi è tutta un’altra squadra rispetto all’anno scorso, ci sono basi molto importanti. La prima è l’allenatore: conosce l’ambiente, è italiano, sa come vincere la Serie A. Poi aiuta anche il fatto di avere una partita a settimana. Io penso che lo Scudetto nel 2022 lo abbiamo vinto perché usciamo dalla Champions, eravamo più freschi fisicamente rispetto agli altri. Vincere aiuta a vincere». «In quel campionato pensavamo davvero una partita per volta, una cosa che mi è capitata poche volte. Per vincere sapevamo che l’Inter doveva fare un passo falso. Dopo Bologna-Inter non ho mai pensato di perderlo, era arrivata la convinzione dopo un percorso di quattro anni. Andavamo a prendere alti gli avversari con intensità».
Florenzi ha poi analizzato alcuni singoli, a partire da Rafael Leão, di cui riconosce l’enorme potenziale ancora inespresso.«Mi sento di essere in mezzo tra la vecchia generazione e la nuova. In mezzo ci sono nuove dinamiche, come i social. Quando dentro al campo dai tutto, a me non interessa. Rafa questo lo ha migliorato molto soprattutto con Pioli, però aveva una squadra che giocava per lui. Ogni anno si dice di aspettarlo perchè giovane, ma ha 26 anni. Secondo me non è un giocatore normale, è tanto forte. Non ha ancora capito quanto è forte».
Parole di fiducia, invece, per il giovane centravanti Santiago Giménez. «Lo vedo molto meglio fisicamente, ha sempre due occasioni a partita. Arriverà il momento in cui segnerà di più».
Infine, una stoccata alla Juventus, che a suo dire ha perso la sua aura di imbattibilità. «Deve puntare allo Scudetto, io quando andavo allo Stadium sentivo il peso di giocarci. Oggi non c’è più quel senso di imbattibilità, non so quante squadre lo sentano».
Non poteva mancare un pensiero sulla Roma, elogiando il lavoro di Gasperini e ricordando il suo doloroso addio. «Per quello che Gasperini ha portato, non mi aspettavo questa velocità: si vede già la sua mano». «Sono stato male perché prima di essere un giocatore ero un tifoso, quando vai via è come tagliare il cordone ombelicale. Ognuno ha il suo percorso, sono felice della carriera che ho fatto».
Tra i ricordi più belli, l’iconico gol da centrocampo contro il Barcellona e gli inizi a Crotone, dove nacque il Florenzi terzino. «Volevo tirare in porta, Edin fa un taglio seguito da due difensori. Ho visto il portiere fuori, e ho pensato di provarci. Balisticamente è sicuramente il più bello». «In Coppa Italia contro il Lecce. Quell’esperienza mi ha cambiato la vita, era la mia prima volta fuori casa, a 19 anni. Non c’erano i due terzini destri, venne Menichini e mi chiese se me la sentissi di giocare lì. Vinciamo 2-0, con gol di Djuric su mio assist. A Roma feci la mezzala con Zeman, poi ho fatto di tutto».