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·25. Juni 2025
Foti, il vice di Mourinho, si racconta: «A Roma due finali e poi cacciati. Per Budapest non ho dormito per 20 giorni»

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Conosciuto come “l’ombra” di José Mourinho, Salvatore Foti è molto più di un semplice vice. Il suo fedelissimo collaboratore, che lo ha seguito dalla Roma alla nuova avventura al Fenerbahçe, si è raccontato in una lunga intervista concessa oggi al Corriere dello Sport. Le sue parole aprono uno spaccato inedito sul rapporto con lo Special One e svelano retroscena vissuti nello spogliatoio giallorosso.
LA TELEFONATA – «Mourinho mi ha telefonato il giorno di Natale del 2021. Per me era come Santa Claus. “Vuoi seguirmi?”, mi ha chiesto. Io ho accettato, ma gli ho detto “non posso fermarmi a pensare a cosa tu rappresenti, sennò non farei bene il mio lavoro”. L’ha apprezzato. Infatti gli ho sempre detto quando non ero d’accordo con lui»
IL PLAUSO AI GIOVANI TECNICI – «Sono felicissimo per Cuesta. Come lo sono per Ole Werner, un allenatore che ha 37 anni come me e sta andando al Lipsia dopo il Werder».
COSA HA IMPARATO DA MOURINHO – «L’importanza di creare una mentalità collettiva vincente. Unire le persone in un’idea non solo di campo è la cosa più difficile. Noi a Roma ci siamo riusciti e qualcuno l’ha pure minimizzato. Ricordo solo le due finali europee in due anni: una vinta e l’altra… beh sappiamo tutti cosa ci hanno fatto».
LA FERITA DI BUDAPEST E L’ESONERO «Io per 20 giorni sono rimasto chiuso in casa, rivedevo nel sonno le situazioni di gioco e mi svegliavo come negli incubi. Siamo ripartiti con il fardello del fair play finanziario. In un momento di difficoltà, con 6-7 partite e 14 giocatori a disposizione, ci hanno mandato via. A dicembre eravamo quarti. Non ho mai visto una cosa del genere. Non so quale fosse il rapporto del mister con la proprietà, di sicuro era diventato un parafulmine».
GIAMPAOLO E MOURINHO SONO GLI OPPOSTI – «Forse sì. Marco mi ha insegnato tutto, José ad andare in battaglia per lui».
IL CLIMA INFUOCATO DEL CAMPIONATO TURCO – «Ci sono 7-8 squadre forti, stadi pieni, tre squadre della stessa città con 20 milioni di abitanti che si giocano il titolo. E quando non vinci tu, vince la tua rivale. Noi abbiamo giocato un derby con il Galatasaray con 70 mila spettatori allo stadio e 15 mila poliziotti. Il clima è infuocato, però ti forgia».