Le parole di Martina Rosucci dopo il rinnovo con la Juventus Women | OneFootball

Martina Rosucci ha rinnovato il suo contratto con la Juventus Women fino al 30 giugno del 2026 e ha voluto condividere tutte le sue emozioni.

Le emozioni di un lungo legame di cuore che prosegue.

«Sì, è proprio un legame di quel tipo, un po' come fosse la tua famiglia. Vivere otto anni, andando verso il nono, tutti i giorni con la Juve: è come vivere con una persona e quindi ormai è qualcosa che fa parte di me, della mia quotidianità. E in questo momento non potrei immaginare la mia quotidianità senza entrare ogni giorno al centro sportivo di Vinovo. Questo rinnovo ha un valore diverso da tutti gli altri, quando ero più piccola e sognavo di più. Adesso sono grande, sogno ancora, però questo rinnovo lo lego alla parola “restare”, di quanto sia importante rimanere. È una parola che nella vita non si sente più tanto, è difficile restare. Per me restare qui è una scelta, restare con questa società è qualcosa di grandissimo che mi rende molto orgogliosa».

Le fotografie più belle di questi anni a tinte bianconere.

«Sicuramente il primo scudetto, quando abbiamo vinto ai calci di rigore contro il Brescia, lo ricordo con grandissima emozione. Un altro momento indimenticabile è quando abbiamo battuto il Wolfsburg 2 a 0 in Germania nel 2021 e ci siamo qualificate ai quarti di Champions League: per me quel giorno lì abbiamo battuto un grande avversario europeo e per la prima volta nella mia carriera mi sono sentita di essere in una squadra competitiva a livello internazionale».

Gli obiettivi del futuro.

«Gli obiettivi di squadra sono quelli che conosciamo, nessuno escluso. Quelli personali vanno nella stessa direzione e in più spero il prossimo anno di fare un bel cammino europeo. Io spero di esserci ogni giorno in campo, in allenamento, in ogni partita, in che modo poi lo deciderà l’allenatore. Però esserci, ogni giorno».

Un punto di riferimento di juventinità.

«Per me non c'è esempio migliore di esserlo per se stessi, chi entra qui al centro sportivo deve capire cos'è la Juventus. Io ero una tifosa juventina, ma non sapevo cos'era la Juve al mio arrivo. Grazie al direttore Stefano Braghin quando sono arrivata ho capito cosa voleva dire far parte di questo Club. E per me è importante che qualsiasi persona abbia queste sensazioni, che io ho imparato ad avere e che ormai sono dentro di me. Probabilmente il mio ruolo è anche questo e mi piace: penso che ormai sia cucito su di me».