Calcionews24
·14. Dezember 2025
Mauro sulla Juventus: «La partita contro il Pafos ha evidenziato questo. Cessione? Non si può commercializzare. Mercato? Openda non lo avrei preso, avrei detto questo»

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Lunga e articolata intervvista di Massimo Mauro sulle colonne della Gazzetta dello Sport, interamente dedicata alla Juventus.
L’ex centrocampista bianconero, che con la maglia della Juve ha collezionato 150 presenze vincendo uno Scudetto e una Coppa Intercontinentale, parte dal recente caso legato all’offerta di Tether, per poi allargare il discorso ai problemi strutturali della squadra, al mercato, all’identità del club e al lavoro di Luciano Spalletti.
JUVENTUS E OFFERTA TETHER – «La Juventus non si può commercializzare, la risposta di Elkann avrebbero dovuto conoscerla già tutti».
DISTRAZIONI PER LA SQUADRA – «No, questa storia non può mettere in crisi Spalletti o Yıldız».
SUL MOMENTO SPORTIVO – «Non sarà certo la favorita, ma vedremo il campo. Il problema è questo, non le criptovalute».
LIMITI DELL’ORGANICO – «Juventus-Pafos ha messo in evidenza i problemi di organico che ha la Juve. Per le assenze in difesa, ma anche per la difficoltà di trovare sostituti a Yildiz, Conceiçao, McKennie, Locatelli».
IL CASO DAVID – «Meno male che David ha segnato, altrimenti avrebbe dovuto scappare da Torino: la sua partita era stata difficilissima».
CHAMPIONS E PROPRIETÀ – «Questo Elkann lo sa e ha sempre messo i soldi quando c’è stato bisogno. Giuntoli e Comolli ne hanno avuti da spendere ed Elkann non ha mai detto “basta”».
MANCANO I FUORICLASSE – «Sono cambiati tre allenatori e tutti hanno avuto difficoltà: vuol dire che il problema sono i giocatori. Mancano i quattro fuoriclasse da grande squadra».
CAMBIASO – «Il primo gol al Pafos è venuto da una sua iniziativa personale: con lui sono arrabbiato, perché dovrebbe assumersi 50 volte a gara quella responsabilità con lo stadio che sta fischiando».
MERCATO INVERNALE – «Io non saprei dove sbattere la testa, perché quelli buoni non li vendono. Openda a quelle cifre non l’avrei preso, ci avrei messo la faccia dicendo che non ci sono giocatori da Juve sul mercato».
IDENTITÀ E ITALIANI – «Mancano calciatori italiani importantissimi, come la Juventus ha sempre avuto: senza, non si ricostruisce, perché la Juve ha sempre avuto i capi dello spogliatoio italiani, dei fuoriclasse. Questo si lega tanto alle parole di Elkann per far capire che la Juventus non è in vendita. La Juventus è qualcos’altro. La globalizzazione calcistica ha fatto perdere di vista ciò che serve di più, cioè l’identità: se hai sei italiani i problemi li risolvi prima. È difficile che un ragazzo brasiliano capisca come si risolvono i problemi a Torino o a Milano».
PUBBLICO – «Il pubblico è da comprendere, ha perso la pazienza. Però poi i giocatori hanno avuto le p…».
SPALLETTI – «Ci vorrebbe l’Osimhen del Napoli, un trascinatore che faceva reparto da solo e che Luciano ha trasformato in leader vero. La Juve è piena di giocatori medio-alti, ma ha bisogno di chi fa la differenza. Io investirei in attacco, le cui condizioni sono incredibili: se Yildiz gioca male è una tragedia, se Kenan gioca bene c’è chance di fare qualcosa di pericoloso, ma Yildiz non è un goleador da 20 gol. A meno che diventi Del Piero o si metta in testa che deve giocare prima o seconda punta. Da esterno può diventare come Kvaratskhelia, al massimo. È il più bravo di tutti insieme a Conte e Gasperini, un’eccellenza, quindi non può essere un problema. Deve costruire la squadra del futuro sperando di arrivare tra le prime quattro. Però non ha la bacchetta magica».
PRESSIONI E RESPONSABILITÀ – ««Sta cercando di aiutarli ad assumersi la responsabilità delle giocate, che è difficile. Quando tutto va male e la gente fischia, diventa difficile: fai il passaggino, non ti assumi le responsabilità…».









































