Calcio e Finanza
·12. August 2025
Milano, in chiusura tra risse e caos le finali del campionato libico

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·12. August 2025
La fase finale a sei squadre del campionato di calcio libico “espatriato” in Italia previo l’accordo tra i due Governi, si avvia alla chiusura fra risse di giocatori, dirigenti, allenatori, massaggiatori e tifosi, con le partite a porte chiuse che hanno lasciato accesso ai match solamente a pochi “fortunati”.
Il torneo stava per concludersi nella giornata di domenica, nello stadio di Meda (uno di quelli utilizzati per la fase finale insieme all’Arena Civica di Milano e allo stadio Breda, casa della Pro Sesto a Sesto San Giovanni), in provincia di Monza e Brianza, con un’afa pazzesca e un incredibile servizio di sicurezza, varchi ai cancelli, artificieri e perquisizioni.
Tuttavia, come spiega Il Corriere della Sera, la partita non è mai cominciata. Il VAR non funzionava, ed entrambe le squadre, la capolista al-Ahly di Tripoli a 10 punti e la seconda a 8 punti, l’al-Hilal di Bengasi, temevano irregolarità degli avversari non sanzionate. Una sfida che forse non doveva neanche iniziare, con la Federazione calcistica libica che aveva da corrispondere all’omologa italiana una somma, non bassa, per il regolare pagamento di arbitri, guardalinee, quarto uomo e personale addetto appunto al VAR.
Per accelerare il recupero, un funzionario libico si sarebbe presentato addirittura con i soldi in una valigetta. Ora, avendo nel mentre i libici bonificato il dovuto, il termine della competizione cadrà quest’oggi sempre a Meda con le due squadre a sfidarsi, in un derby nazionale: la Tripoli sede del Governo a unità nazionale riconosciuto a livello internazionale del primo ministro Abdul Hamid Dbaibah, e la Bengasi nell’Est del generalissimo Khalifa Haftar, a capo dell’autoproclamato Esercito della Libia orientale.
Arrivare fino a qui è stato sicuramente faticoso, complice la permalosità dei protagonisti, che si sono accesi per un niente: due le partite sospese in relazione a zuffe che hanno reso inevitabile la corsa in campo dei carabinieri a dividere i duellanti, e anche l’altra sera, quella del VAR che non andava, a Meda.
Mentre i dirigenti di polizia riferivano ai questori e gli ufficiali dei carabinieri facevano lo stesso coi comandanti, mentre si susseguivano telefonate tra donne e uomini delle Federazioni calcistiche, mentre pezzi di ambasciate e consolati cercavano di dialogare con conoscenti del ministero degli Esteri, due tifosi avversari attaccavano a ringhiarsi mollandosi schiaffi vicendevolmente.