Calcionews24
·15. Juni 2025
Pagelle PSG Atletico Madrid: TOP e FLOP del match

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·15. Juni 2025
I TOP e i FLOP del match valido valevole per la prima giornata del Mondiale per Club: pagelle PSG Atletico Madrid.
Un 4-0 che non ammette repliche: il Psg in questo momento è ingiocabile, non ha avuto neanche bisogno di creare tantissimo per stravincere contro un Atletico Madrid apparso in netta difficoltà. Ecco migliori e peggiori delle due squadre.
I TOP
PSG: Kvaratskhelia. Se il possesso palla del PSG è stato “strabordante”, lui ne è stato il veleno letale. Un rebus irrisolvibile per la difesa spagnola, costretta al fallo sistematico. Serve gli assist per i primi due gol, colpisce una traversa e provoca l’ammonizione (seppur esagerata) di Koke. In una partita dove l’Atlético ha perso la testa, Kvara è stato il principale responsabile del loro cortocircuito, un manifesto di superiorità tecnica che ha mandato in tilt nervi e schemi avversari.
ATLETICO MADRID: Giuliano. In un deserto di idee, lui è l’unica oasi. L’unico a creare calcio e non frustrazione. Subisce il fallo (non fischiato) da Nuno Mendes, è al centro dell’azione del gol annullato dal VAR e costringe al giallo Marquinhos. In una squadra che ha passato il tempo a rincorrere e protestare, il figlio del Cholo è stato l’unico a giocare davvero a calcio, una costante spina nel fianco che ha predicato da solo contro la marea parigina.
PSG: Gonçalo Ramos. È l’antitesi stilistica della sua squadra: un giocatore più utile per il lavoro oscuro che per la finalizzazione, un corpo estraneo nel meccanismo quasi perfetto costruito dai compagni. Ma Luis Enrique ci crede, permette a Barcola di riposare e a Dembélé di curarsi e va tutto benissimo così.
ATLÉTICO MADRID: Lenglet. È il manifesto del naufragio totale dell’Atlético. Il suo non è solo un “Flop” tecnico, ma la fotografia della resa mentale della squadra. Il primo giallo è un intervento “scomposto”, figlio dell’inferiorità tattica contro la velocità di Hakimi. Il secondo è imperdonabile: arriva per proteste, non per necessità di gioco. Abbandona i compagni a 12 minuti dalla fine per puro nervosismo, simbolo perfetto di una squadra impotente, fallosa e incapace di gestire la frustrazione. Da diga a voragine. Anche se è allineato al resto dei compagni: oggi non c’era modo di rispondere all’onda d’urto parigina.
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