Pasquale Bruno: «Il Torino di Cairo non mi rappresenta. Vanoli? Dispiaciuto per come è stato esonerato» – ESCLUSIVA  | OneFootball

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·7. Juni 2025

Pasquale Bruno: «Il Torino di Cairo non mi rappresenta. Vanoli? Dispiaciuto per come è stato esonerato» – ESCLUSIVA 

Artikelbild:Pasquale Bruno: «Il Torino di Cairo non mi rappresenta. Vanoli? Dispiaciuto per come è stato esonerato» – ESCLUSIVA 

Pasquale Bruno non usa giri di parole, le dichiarazioni sull’esonero di Vanoli e l’arrivo di Baroni al Torino, ma anche l’operato del club e le proteste dei fan

(Lorenzo Bosca – Inviato allo Stadio Filadelfia). A vederlo così, a bordo campo dello Stadio Filadelfia, il tempo sembra quasi tornare indietro. Eppure sono trascorsi oltre trent’anni da quando Pasquale Bruno – era il 1993 – diceva addio al Torino. O meglio, ‘al Toro’, come l’ex calciatore ha avuto modo di ripetere più volte prima, durante e dopo l’edizione de ‘La partita della Leggenda’ targata 2025 che si è svolta ieri nel centro sportivo un tempo di Valentino Mazzola e compagni.

Netta la presa di posizione del classe ’62 nei confronti dell’operato dell’attuale patron del Torino Fc Urbano Cairo (che non nomina mai direttamente). Ma nelle dichiarazioni rilasciate da Bruno a CalcioNews24 c’è molto di più. C’è un sincero sentimento di rispetto e onore verso quella che è stata la sua esperienza col club calcistico piemontese. Oltre una sincera devozione alla causa per la quale la serata è stata organizzata: portare il Museo del Grande Torino proprio al Filadelfia.


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Buonasera Pasquale Bruno, cosa si prova a tornare nuovamente al Filadelfia?

«Totalmente diverso, io ricordo il vecchio Filadelfia…la bellezza di quel vecchio stadio. Ma anche questo merita. E’ un posto leggendario, ogni volta che lo vedo mi vengono in mente tanti ricordi. Sono stati anni favolosi, la gente ancora si ricorda di noi e questo vuol dire che abbiamo lasciato il segno. Anche perché quella era una squadra degna di rappresentare il Grande Torino e la storia del Toro».

Per chi quel Filadelfia non l’ha vissuto per questioni anagrafiche diventa anche difficile immaginarlo…

«Sì, difficile. Anche perché l’attuale società rinnega il passato, quindi per i giovani non è facile. Però basta andare su Internet per vedere cos’era il vero Toro. Questo invece è un ‘Torino Fc’ che non ci rappresenta».

Dunque il Torino Fc di oggi è diverso dal suo Toro?

«Sì, è diverso dal Toro. Il Toro Toro vero era diverso».

Passiamo alle questioni di campo. Fuori Vanoli dentro Baroni dalla Lazio, sorpreso?

«Mi è dispiaciuto tanto il modo con cui il personaggio che non ci rappresenta (Urbano Cairo, ndr) ha mandato via Vanoli. Era un buon allenatore, come è un buon allenatore Baroni. In venti anni abbiamo cambiato più di venti allenatori, anche di un certo nome come Ventura e Zaccheroni o Mihajlovic, però i risultati sono sempre stati quelli: decimo posto, nono posto…due volte in Europa per demerito degli altri. Quindi…»

Dica…

«Quindi la colpa di chi è? Della società. Una società inesistente. Io non mi sento per niente, per niente, rappresentato da questo personaggio».

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Il quadro descritto non è dei più ottimistici, ma al suo interno riesce a trovare un barlume di speranza? A cosa possono appellarsi i tifosi del Toro?

«Bisogna rifare queste marce! Io penso che in 25mila solo il Torino possa fare una cosa del genere (il riferimento è al corteo organizzato dai tifosi granata lo scorso 4 maggio, ndr). Serve a far capire che il Toro siamo noi, il Torino Fc è del proprietario. Il Toro è dei tifosi, di quelli che sono al Fila questa sera, il Toro è della gente. Quindi sta a noi tenere sempre queste radici vive, perché le radici del Toro stanno piano piano morendo, invece noi dobbiamo essere bravi a tenerle in vita».

Si ringrazia Pasquale Bruno per la disponibilità e la gentilezza mostrate in questa intervista.

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