Calcionews24
·7. September 2025
Quagliarella ricorda: «Vialli mi chiamò e disse questa cosa. Sampdoria? Avrei firmato in bianco pur di rimanere»

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·7. September 2025
Fabio Quagliarella, ex capitano e bandiera della Sampdoria, ha condiviso un’intensa intervista sui canali social di Panini, riportata da Telenord. Il racconto dell’attaccante campano è un viaggio tra ricordi, emozioni e aneddoti che svelano il suo profondo legame con Genova e la maglia blucerchiata.
Tra i momenti più toccanti narrati da Quagliarella, spicca quello legato a Gianluca Vialli:«Avevo appena segnato una doppietta contro la Fiorentina a Firenze. Rientrando sul pullman, ricevo un messaggio da un numero che non avevo in rubrica. Apro e leggo: “Sei fortissimo, potresti tranquillamente giocare con la maglia numero 9. Un abbraccio grande, Luca Vialli”. Ero più contento di quel messaggio che dei due gol. Gli ho risposto con un lungo ringraziamento, conservo ancora quelle parole».
Quagliarella ha ricordato anche l’inizio della sua avventura blucerchiata:«Ero arrivato come terza scelta dopo Bazzani e Flachi. Novellino mi faceva allenare con i centrocampisti e si lamentava delle mie prestazioni fisiche; allora protestai: “Guardate che sono un attaccante!”. Flachi era un giocatore di incredibile talento. Le rovesciate le ho imparate da lui».
Il passaggio più sentito riguarda il legame con la squadra:«Avevo dato l’ok per aiutare la Samp in B. Avrei firmato in bianco, non mi interessavano i soldi. Mi sarei accontentato anche di mezz’ora a partita. Volevo solo dare una mano dopo la retrocessione. La nuova proprietà ha avuto altre idee. Un altro anno l’avrei fatto volentieri».
Tra i gol più memorabili, quello di tacco al Napoli:«Non esultai, con il Napoli non me la sento. Quando la colpisco e la vedo andare all’angolino penso: “Non ci credo!”. Gol di tacco ne avevo fatti, ma mai da quella distanza. Se ci riprovassi cento volte, forse non riuscirei a rifarlo».
«Nei derby della Lanterna ho avuto la fortuna di segnare spesso. Pochissime sconfitte. Bellissimo vedere tifosi di fedi diverse entrare insieme allo stadio».
«Avevo già 36 anni quando vinsi la classifica cannonieri, al primo anno di Ronaldo alla Juve. Nessuno ci credeva. Feci 26 gol, merito anche dei miei compagni».