Ranocchia verso Inter Milan: «Chivu è l’uomo giusto per l’Inter, ecco come mi accolse quando arrivai in nerazzurro! Derby? Più difficile per il Milan» | OneFootball

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·18. November 2025

Ranocchia verso Inter Milan: «Chivu è l’uomo giusto per l’Inter, ecco come mi accolse quando arrivai in nerazzurro! Derby? Più difficile per il Milan»

Artikelbild:Ranocchia verso Inter Milan: «Chivu è l’uomo giusto per l’Inter, ecco come mi accolse quando arrivai in nerazzurro! Derby? Più difficile per il Milan»

Ranocchia verso il derby di Milano, Inter Milan, ha parlato al Corriere dello Sport svariando tra aneddoti e analisi della stagione in corso

Andrea Ranocchia ha trascorso 11 anni nell’Inter. Oggi affronta il tema del derby e tanti altri argomenti della sua sua ex squadra (e non solo) in una lunga intervista al Corriere dello Sport.

AVEVA DDETTO CHE CHIVU ERA UNA SCELTA GIUSTA«È stato facile per me. Conosco bene Cristian, ho trascorso diversi anni a contatto con lui nello spogliatoio: mi era sembrata da subito una scelta azzeccata. Ero convinto al 100%».


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IL MISTER – «È un ragazzo di un’intelligenza e sensibilità diverse dagli altri. Per un allenatore è fondamentale mettersi nei panni dei suoi calciatori, lui riusciva a farlo anche quando giocava. Non parlava tantissimo, ma tutti lo ascoltavano quando interveniva. E in una Inter di grandissimi campioni non era scontato. È sempre stato molto rispettato. Poi l’ho ritrovato ad Appiano quando ha iniziato ad allenare nel settore giovanile qualche anno dopo. Ero convinto che potesse far bene perché l’ho visto anche allenare con grande passione».

UN ANEDDOTO PERSONALE – «Io arrivai all’Inter da ventunenne, con appena un anno di Serie A alle spalle. Lui mi accolse in maniera meravigliosa, si instaurò subito un rapporto di grande amicizia. Dal punto di vista umano è una persona di alto livello: nel calcio non è semplice trovare gente come lui».

LA PERSONALITÀ DELLA SQUADRA – «Ha visto nella squadra che allena il potenziale per fare qualcosa di diverso rispetto al passato. L’Inter dispone di un atletismo importante, che ben si sposa con la sua idea di calcio. Contro la Lazio si è visto che tipo di pressione riesce a fare: nei primi dieci minuti praticamente non li hanno fatti giocare. Li hanno aggrediti in una maniera incredibile e da quel tipo di situazione è nato il gol di Lautaro. Sono stati spaventosi. Ma c’è anche un’altra cosa che mi piace di Chivu».

IL MODO DI COMUNICARE DI CHIVU – «Ha un modo di comunicare fuori dal comune. Risponde alle domande come fanno Mourinho, Guardiola o Klopp. Quelli come Cristian escono fuori dal recinto delle ovvietà. Non ci sono tanti allenatori in giro che hanno quel tipo di capacità. Le sue conferenze stampa sono fantastiche».

TORNARE NELLO SPOGLIATOIO – «No, grazie (ride, ndr). In questo momento sono impegnato in tv, collaboro con l’Inter fuori dal campo e va bene così. Non sono pronto, né ho quella passione che potrebbe spingermi a rimettermi in discussione. Almeno non adesso. Più avanti, chissà».

BISSECK CENTRALE – «Diciamo che c’è una base, può lavorarci sicuramente. Questo ragazzo mi piace molto, per caratteristiche è un profilo internazionale. Può affermarsi anche in quel ruolo».

AKANJI E IL VERO VANTAGGIO DELL’INTER – «Ricordiamoci che viene fuori dalla scuola di Guardiola. Un allenatore di grande profilo come Pep ti fa crescere tantissimo, ti dà un bagaglio che porti con te sempre. Ma il vero vantaggio l’Inter l’ha trovato altrove. In attacco. Passare da Taremi e Arnautovic a Pio e Bonny ti dà un vantaggio importante. Lo si è visto durante l’assenza di Thuram, che ha recuperato in tutta tranquillità. L’anno scorso non sarebbe stato così».

ESPOSITO – «In Italia subito nascono i paragoni con i grandi del passato, funziona così. Anche qui però torna utile la sensibilità di Cristian: finora è stato bravissimo a gestirlo e lo sarà anche in futuro. Fece lo stesso con me: avevo poca esperienza quando arrivai a Milano, ma i suoi consigli mi aiutarono a superare il trauma del grande salto».

LAUTARO – «Da come pressa, lotta ed esulta fa capire quanta fame abbia. Lauti è un giocatore internazionale, è un simbolo di una squadra che vuole sempre vincere e raggiungere obiettivi. Ho sentito ciò che è stato detto, ma è un suo modo di vivere le partite. È un bravissimo ragazzo, fuori dal campo ride eccome. Quando deve fare il suo dovere, il sorriso non gli serve granché. L’ambizione è il suo vero punto di forza: per questo continua a battere record. Non si accontenta mai».

FRATTESI – «Normale che in nerazzurro la concorrenza sia tanta e agguerrita. Ma stiamo parlando di una squadra che ha basi solide e che continuerà a primeggiare, per cui spero per lui e per il club che questo matrimonio possa continuare. Le partite sono tantissime, credo che Chivu troverà spazio anche per lui. Ha caratteristiche che possono tornare sicuramente utili. Deve lavorare per farsi trovare pronto».

IL NUOVO ACQUISTO CHE HA SORPRESO DI PIÙ – «Direi Bonny. Era una scommessa, provenendo dal Parma, ma ha avuto un impatto forte. Ha colpito i tifosi ed è entrato subito nelle gerarchie perché per caratteristiche sta a pennello nell’Inter».

IL PESO DEL DERBY – «Credo che l’Inter possa sentirsi abbastanza tranquilla. Secondo me sarà più difficile da gestire per il Milan, perché comunque se perdesse la partita si ritroverebbe a cinque punti dai cugini. Inizierebbe a delinearsi un buon distacco. Poi quando porti a casa un derby ti garantisci anche una bella spinta a livello di entusiasmo. Ovviamente mancano ancora tante partite, ma questa sarà importante».

LOTTA SCUDETTO – «L’Inter per me era e rimane la favorita. Il Napoli viene dato in confusione, ma so per certo che Conte non mollerà un centimetro fino all’ultima partita. La Roma mi ha sorpreso, perché quello di Gasperini è un calcio che richiede del tempo per essere metabolizzato e non mi aspettavo potesse essere così in alto già ora. Il Milan ha un vantaggio importantissimo non giocando le coppe, sicuramente conta nell’economia della lotta scudetto. Saranno queste quattro a giocarsela».

LA JUVENTUS – «Un passo indietro rispetto alle altre. Quando un allenatore entra in corsa non è mai facile. La stagione è sempre complicata dopo un cambio di panchina. Non so dove riuscirà ad arrivare, ma Spalletti è forte. Con lui ho un ottimo rapporto, è un maestro di calcio, si dedica tanto ai suoi giocatori e li fa crescere».

CONTE È SEMPRE IL SOLITO – «Assolutamente sì. Il Napoli sta faticando un po’, ma è lì e non a dieci punti dalla prima. Lui è lo stesso allenatore che ho conosciuto io, sia in campo che fuori. Per l’opinione pubblica sta vivendo una fase di down, ma fidatevi: non è così».

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