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·14. Juni 2025

River Plate, guida completa alla squadra: storia, giocatore chiave, giovane talento e allenatore

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River Plate, guida completa alla squadra: storia, giocatore chiave, giovane talento e allenatore. Alla scoperta delle protagoniste del Mondiale per Club

Il River Plate è inserito nel girone E del Mondiale per Club insieme a InterMonterrey e Urawa Reds.

Chi è il River Plate: storia, miti e leggende di un gigante

Il River Plate nasce il 25 maggio 1901 nel quartiere La Boca di Buenos Aires. Il nome, insolito, deriva dall’iscrizione “The River Plate” trovata su casse di merci nel porto, che i giovani fondatori trovarono suonasse elegante e internazionale. La caratteristica fascia rossa diagonale sulla maglia bianca, uno dei simboli più iconici del calcio mondiale, nacque quasi per caso, quando durante un carnevale alcuni tifosi rubarono un nastro rosso da un carro e lo appuntarono sulla camicia.


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Il River condivideva il quartiere di La Boca con il Boca Juniors, dando origine al celebre Superclásico. Nel 1938 il club si trasferì a Núñez, dove costruì lo stadio Monumental. Negli anni ’30 divenne noto come Los Millonarios per i suoi acquisti milionari, come quello di Bernabé Ferreyra, un attaccante dal tiro leggendario. Un capitolo fondamentale riguarda le relazioni con il Grande Torino: prima della tragedia di Superga, i due club instaurarono un legame di amicizia, e dopo il disastro aereo il River mostrò una commovente solidarietà organizzando una partita di beneficenza in memoria delle vittime.

Il club è stato la culla di fenomeni come Alfredo Di Stefano e Omar Sivori, che dopo aver lasciato il River fecero la storia del calcio europeo con Real Madrid e Juventus. Con i soldi delle loro cessioni, il club ampliò il Monumental, intitolando le due curve proprio a loro. Negli anni ’40, il River compose La Máquina: un quintetto offensivo (Muñoz, Moreno, Pedernera, Labruna, Loustau) considerato uno dei migliori attacchi di tutti i tempi, precursore del calcio totale. Uno dei suoi uomini simbolo è Ángel Labruna, miglior marcatore nella storia del club e del Superclásico.

Dopo un periodo d’oro negli anni ’80, con la prima Copa Libertadores nel 1986 vinta da campioni come Enzo Francescoli, il club ha vissuto il suo momento più buio nel 2011, quando retrocede per la prima volta nella sua storia. Tuttavia, si è rialzato subito, inaugurando un ciclo vincente sotto la guida di Marcelo Gallardo, culminato nella storica vittoria della Copa Libertadores 2018 proprio contro il Boca Juniors.

Il giocatore che ci farà innamorare: Franco Mastantuono

Il Mondiale per Club sarà l’ultima occasione per vedere Franco Mastantuono con la storica maglia bianca con la banda rossa. A 17 anni è considerato il nuovo grande numero 10 del calcio argentino e ha già firmato con il Real Madrid, che ha superato il PSG in un’asta a colpi di rilanci milionari: 60 milioni per giocare dalla prossima stagione al Bernabeu. Qualità cristallina, capacità di saltare l’uomo nello stretto, saluterà il River dopo 62 presenze, 11 gol e 7 assist.

Il giovane più interessante: Kevin Castaño

Un altro giocatore da seguire da vicino è Kevin Castaño, centrocampista classe 2000 colombiano: arrivato dal Krasnodar ha saputo imporsi come giocatore bravo nelle due fasi. Abile nel recupero di palla, ma anche nella manovra: dribblatore di qualità e molto bravo nel palleggio, come dimostrano i 12 assist in carriera.

L’allenatore: Marcelo Gallardo

In una mossa che ha scosso il calcio mondiale, sulla panchina del River Plate è tornato il suo condottiero più grande: Marcelo Gallardo. Dopo la parentesi all’Al-Ittihad e un anno di gestione Demichelis, “El Muñeco” è tornato a casa nell’agosto del 2024 con una missione chiara: preparare la sua squadra per l’assalto al Mondiale per Club. Il suo ritorno non è solo un cambio tecnico, è una scossa emotiva e una dichiarazione di guerra al mondo. Gallardo non è solo un allenatore; è l’anima del River moderno, l’architetto di un decennio di trionfi basati su un calcio aggressivo, tecnico e una mentalità spietata. Con lui in panchina, il River non partecipa: compete per vincere. La sua capacità di potenziare i giocatori, la sua ossessione per i dettagli tattici e la sua aura da leader carismatico trasformano immediatamente i Millonarios in uno degli avversari più temibili del torneo. Il suo ritorno è la carta che rimescola l’intero mazzo del Mondiale: con Gallardo, sognare di battere i colossi europei non è più un’utopia, ma un obiettivo concreto.

Il punto più alto raggiunto nella sua storia: la Libertadores di Madrid (2018)

Il punto più alto della storia del River Plate è senza dubbio la vittoria nella finale di Copa Libertadores 2018 contro il Boca Juniorsgiocata a Madrid: un trionfo epico, storico e carico di significato, che ha consacrato il club come dominatore eterno del Superclásico e del Sudamerica. La finale fu talmente carica di tensione da diventare unica. Dopo l’1-1 dell’andata, il ritorno al Monumental fu sospeso perché il pullman del Boca fu assaltato da alcuni tifosi del River. La CONMEBOL prese una scelta senza precedenti: spostare la finale a Madrid, nello stadio Santiago Bernabéu. Fu un evento mondiale, surreale. Il River vinse 3-1 ai supplementari, con il gol di Gonzalo “Pity” Martínez a porta vuota che suggellò una delle notti più leggendarie del calcio.

Dove può arrivare

Il River Plate si trova a giocare nel girone dell’Inter: i nerazzurri sono i grandi favoriti, ma gli argentini sono subito alle loro spalle. Il finale di stagione deludente di Lautaro e compagni potrebbe alimentare le speranze dei Millonarios a puntare al primo posto. Con uno dei primi due posti quasi garantiti e, soprattutto, con il ritorno di una leggenda come Gallardo in panchina, l’asticella si alza: puntare alle semifinali non è un’utopia.

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