Calcio e Finanza
·12. Februar 2025
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Il nuovo format del Mondiale per Club «è un miracolo mondiale»: lo sostiene, in una intervista a Sportbild, Karl-Heinz Rummenigge – membro del Consiglio di Sorveglianza del Bayern Monaco – secondo il quale «per molto tempo la Coppa del Mondo per Club è stata una competizione priva di emozioni e ora questa situazione è destinata a cambiare con la nuova modalità».
La formula precedente «con sette squadre in inverno era noiosa: come vincitore di una Champions League, si volava lì e si sapeva già che si sarebbe tornati con un altro trofeo nel bagaglio. Tutto ciò che è programmato e non emozionato non raggiunge i tifosi». Per Rummenigge, la riforma è quindi un passo innovativo: «Per me, il fatto che la FIFA introduca ora la nuova Coppa del Mondo per Club equivale a un miracolo mondiale: per la prima volta, una competizione per squadre nazionali, la Confederations Cup, è stata abbandonata a favore di una competizione per club».
Parlando delle polemiche di giocatori sul carico di lavoro aggiuntivo, secondo Rummenigge «i nostri giocatori dovrebbero smettere di lamentarsi. Tutte le trattative contrattuali a cui ho assistito con noi vanno sempre e solo in una direzione: sempre più in alto, sempre più lontano, sempre più veloce. Ma tutti quei soldi devono arrivare da qualche parte».
Secondo Rummenigge, il fatto che la DFL sia riuscita a mantenere il proprio status di entrate televisive e addirittura a migliorarlo del 2% equivale a un altro miracolo mondiale. L’amministratore delegato del Bayern ha aggiunto: «Ma i giocatori e i loro consulenti chiedono di più, quindi non si tratta solo del 2%. Allora i soldi devono provenire da altre competizioni, come la nuova Coppa del Mondo per Club in estate. È questa la trappola che i giocatori si sono imposti».
Rummenigge ha comunque una visione critica dello sviluppo economico del calcio. «Se continua così, il calcio sarà l’unica industria al mondo che non produce più profitti, ma solo perdite. Ci stiamo dirigendo tutti verso un muro e nessuno è disposto a chiudere il gas». Vede una soluzione in una chiara regolamentazione dei costi delle squadre o in un tetto massimo per gli stipendi dei giocatori: «Se un giocatore dell’FC Bayern guadagna “solo” 15 milioni di euro invece di 20 milioni, continuo a pensare che sia una cifra folle, se mi permettete il gioco di parole».
Quanto al progetto della Superlega, secondo l’ex attaccante «così come era stata progettata in origine con i top club di Inghilterra, Spagna, Italia, Francia e Germania, non esisterà mai. Perché nessuno vi parteciperà, a parte il Real Madrid e il Barcellona. Quello che stanno facendo ora: avvicinarsi ai club di seconda fascia. Ma poi non sarà una Superlega».
Rummenigge ha poi parole di elogio verso il presidente del PSG Nasser Al-Khelaifi: «Lo conosco molto bene, sono suo amico. È una persona affidabile. Ma poiché è qatariota e la Coppa del Mondo 2022 si è svolta in Qatar, è stato ovviamente scelto come nemico dai gruppi ultrà. Non è giusto». Poi conclude: «In Germania dobbiamo smettere di credere che solo il nostro catalogo di valori debba essere imposto al mondo intero. I politici e, purtroppo, anche il calcio stanno commettendo questo grande errore. Franz Beckenbauer diceva sempre: ‘Se punti il dito contro gli altri, quattro dita puntano contro di te».
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