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·20. Dezember 2025

Tether sotto accusa in Svezia: indagine per frode su una società che estrae Bitcoin

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Il colosso delle stablecoin Tether, che gestisce asset dei clienti per circa 186 miliardi di dollari e che recentemente ha presentato un’offerta per l’acquisto della Juventus, è finito al centro di un’inchiesta del Financial Times. Secondo il quotidiano, Giancarlo Devasini e Paolo Ardoino (figure chiave della società) avrebbero gestito Tether come un perimetro di interessi sostanzialmente personale.

A novembre, infatti, Tether — azionista di maggioranza della tedesca Northern Data, attiva nei data center per l’intelligenza artificiale — ha annunciato la vendita per circa 200 milioni di dollari della controllata Peak Mining, specializzata nel mining di bitcoin. In un primo momento gli acquirenti non erano stati resi noti; successivamente il Financial Times ha identificato tre società: Highland Group Mining Inc, Appalachian Energy LLC e la canadese 2750418 Alberta ULC.


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Documenti societari mostrano che Highland Group è amministrata dagli stessi Devasini e Ardoino, mentre Devasini risulta anche amministratore unico della società canadese. Rimane invece un’incognita la governance di Appalachian Energy, registrata nel Delaware. In sostanza, una parte rilevante degli asset di Northern Data sarebbe stata ceduta a entità riconducibili agli stessi vertici di Tether.

L’operazione assume un peso particolare perché avvenuta mentre Northern Data è coinvolta in una delicata inchiesta fiscale in Svezia. A fine settembre, nell’ambito di un’indagine coordinata tra le autorità svedesi e tedesche sotto la supervisione della Procura europea (Eppo), la polizia ha perquisito gli uffici del gruppo, compreso il data center di Boden, nel nord della Svezia. L’indagine riguarda una presunta frode IVA su larga scala legata alle attività di Peak Mining, quando era ancora controllata da Northern Data. Secondo gli inquirenti svedesi, l’evasione fiscale potrebbe superare i 100 milioni di euro e l’inchiesta ha già portato a quattro arresti.

Il cuore del sospetto riguarda l’utilizzo di circa 10.000 chip grafici Nvidia H100, acquistati per oltre 560 milioni di dollari. Le autorità stanno verificando se tali Gpu, formalmente destinate a progetti di intelligenza artificiale, siano state in realtà impiegate per il mining di criptovalute. In Svezia, infatti, gli acquisti di hardware per l’AI beneficiano di rilevanti agevolazioni fiscali, che non sono invece previste per il mining: da qui l’ipotesi di evasione dell’IVA. Northern Data e Tether hanno respinto ogni accusa, sostenendo di aver operato nel rispetto delle normative.

Nel frattempo, subito dopo la cessione di Peak Mining, Northern Data ha avviato il processo di fusione con Rumble, altra società legata all’orbita Tether, in un’operazione da circa 967 milioni di dollari. L’accordo prevede anche la ristrutturazione di un prestito da circa 610 milioni di euro che Northern Data deve a Tether, destinato in parte a essere convertito in azioni e in parte rifinanziato. Una sequenza di operazioni rapide e intrecciate che, secondo diversi osservatori, porterà di fatto all’uscita di scena di Northern Data come società autonoma.

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