Calcio e Finanza
·12. Mai 2025
Una nuova sfida per l’UEFA? La proposta della UEC per ridistribuire i ricavi ai club che formano i giocatori

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·12. Mai 2025
Jacopo Carmassi è Principal Economist presso la Banca Centrale Europea. Tutte le opinioni espresse sono esclusivamente personali e non impegnano in alcun modo la Banca Centrale Europea né altri enti ai quali l’autore è affiliato.
La Union of European Clubs (UEC), l’associazione europea per Club calcistici che punta a rappresentare le piccole e medie società, ha pubblicato oggi una proposta per un nuovo meccanismo di remunerazione dei Club che formano giovani calciatori. I Club beneficiari sarebbero quelli che abbiano formato, tra i 12 e i 23 anni di età, i calciatori che hanno partecipato in una determinata stagione alle competizioni europee per Club della UEFA. Questo nuovo meccanismo, denominato Player Development Reward (PDR) (qui la presentazione ufficiale della proposta), si applicherebbe ai Club di federazioni nazionali calcistiche che fanno parte della UEFA.
La proposta prevede che la UEFA metta a disposizione per questo nuovo strumento una cifra pari ad almeno il 5% dei propri ricavi annuali per le competizioni per Club.
Prendendo come riferimento la stagione 2024-2025 (con ricavi previsti per 4,4 miliardi di euro), questo avrebbe determinato una cifra complessiva per il PDR di almeno 220 milioni di euro. Per ciascun calciatore che faccia scattare il PDR, l’ammontare del premio sarebbe determinato dalla combinazione di due fattori:
Il valore del premio è dunque determinato non solo dal minutaggio del calciatore, ma anche dalla quota di premi UEFA ottenuti dal suo Club, che dipendono in parte dalla performance della squadra nella competizione. L’ammontare del PDR sarebbe determinato anche dal numero di anni nei quali un Club ha formato un calciatore, probabilmente con un peso maggiore per il periodo tra i 16 e i 23 anni (alcune norme della FIFA rappresenterebbero probabilmente un modello per la calibrazione di questi parametri). Per i giocatori che erano in prestito, i Club beneficiari sarebbero quelli che li hanno ricevuti in prestito e presso i quali i calciatori si sono effettivamente formati.
Il PDR verrebbe distribuito a tutti i Club formatori, a prescindere dalla serie in cui militano (sia professionistiche che dilettantistiche), ma con due eccezioni. Sarebbero esclusi i Club formatori che non fanno parte di federazioni della UEFA, ed anche i Club che hanno partecipato in una data stagione alla fase a gironi della UEFA Champions League.
Per questi ultimi, la scelta dell’esclusione si basa sulla logica dello strumento, che è (anche) quella di contribuire a mitigare lo squilibrio economico (e sportivo) tra i grandi Club e gli altri Club, concentrando le risorse sui Club che possano trarre particolare beneficio dal riconoscimento del proprio lavoro di formazione dei calciatori. I Club che partecipano alla fase a gironi dell’Europa League e della Conference League sarebbero invece inclusi tra i possibili beneficiari del PDR.
I Club beneficiari riceverebbero anche le risorse che non siano state distribuite in prima battuta alla luce delle eccezioni descritte. Queste somme sono quelle che sarebbero andate alle società formatrici escluse dal perimetro del PDR. L’assegnazione di queste risorse inizialmente non distribuite avverrebbe tra tutti i Club beneficiari, in maniera proporzionale alle risorse del PDR già distribuite, facendo aumentare significativamente le cifre ricevute da questi Club.
Vediamo nel dettaglio alcuni numeri, a titolo di esempio, basati su simulazioni della UEC su dati di Transfermarkt, ipotizzando una distribuzione del 5% dei ricavi UEFA per le competizioni per Club. Complessivamente, i premi del PDR andrebbero a quasi 1.500 Club in Europa, e oltre 400 Club riceverebbero più di 100.000 euro ciascuno. Se il PDR fosse già stato introdotto, per la stagione 2024-2025 il Pavia (Club appena promosso dall’Eccellenza alla Serie D) avrebbe ricevuto 321.000 euro per Francesco Acerbi (Inter); il St Mirren, Club della prima serie scozzese, 262.000 euro per John McGinn (Aston Villa); il Pavarolo (Terza Categoria) 281.000 euro grazie a Federico Gatti (Juventus). Spostandoci alla stagione 2023-2024, il Club che avrebbe ottenuto l’ammontare più elevato di PDR sarebbe stato l’Ajax, con oltre 5 milioni di euro.
In Italia, i Club con PDR più alto sarebbero stati Udinese e Roma, con circa 2 milioni di euro per ciascuna, seguiti da Verona e Atalanta con circa 1 milione di euro ciascuna, e Fiorentina con poco meno di 900.000 euro. La Sampdoria avrebbe ricevuto circa 640.000 euro, l’Avellino circa 130.000 euro e il Pisa circa 100.000 euro. Il Bellaria (Prima Categoria) avrebbe ricevuto 327.000 euro, grazie a Mattia Zaccagni (Lazio).
L’ordine di grandezza complessivo dei premi del PDR – almeno 220 milioni di euro – è significativo. La cifra è inferiore rispetto a quella dei contributi di solidarietà della UEFA per i Club che non partecipano alle competizioni UEFA (7% dei ricavi, cioè 308 milioni di euro per la stagione 2024-2025), ma la calibrazione al 5% dei ricavi per il PDR rappresenta un livello minimo: dunque, la differenza potrebbe ridursi o venire meno se si decidesse di stabilire una percentuale maggiore del 5%.
Per aggiungere un ulteriore elemento di confronto, il totale dei premi del Club Benefits Programme relativi ai calciatori rilasciati dai Club per le nazionali (previsto dal Memorandum of Understanding tra UEFA ed European Club Association, ECA) è stato di 233 milioni di euro nell’ultimo ciclo (2020-2024), distribuiti a 901 Club: tuttavia, questa cifra copre un quadriennio, e non una sola stagione. Le cifre che i Club riceverebbero con il PDR, per una stagione, sarebbero in molti casi superiori a quelle che ricevono grazie al Club Benefits Programme. Ovviamente si deve ricordare, e sottolineare, che la natura e gli obiettivi di questi diversi strumenti sono differenti. Resta peraltro da capire quale sarebbe la distribuzione delle risorse del PDR tra Club e paesi, per poi valutare se e quali differenze potrebbero sussistere da un punto di vista distributivo tra il PDR e altri meccanismi esistenti, tra cui quelli menzionati.