Calcio Femminile Italiano
·30. Juni 2025
Una tesina di terza media su Carolina Morace

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·30. Juni 2025
Benvenuti in questo nuovo episodio del mio podcast, dove oggi parleremo del tema del divario di genere e di come le donne possono rompere gli schemi, affermarsi e fare la differenza. La vita di Carolina Morace è un esempio perfetto di come una donna possa sfidare i tabù e il potere maschilista per raggiungere i suoi obiettivi. Veneziana, classe 1964, non ricorda di aver mai detto ai suoi voglio giocare a calcio, non ha mai detto da grande voglio giocare a pallone, ha solo giocato. Lo faceva e riteneva scontato che avrebbe continuato a farlo, anche se era l’unica bambina a giocare nel campo di casa sua.
Essere femmina non era un limite, essere scarsi lo era. Ha realizzato di poter fare la calciatrice grazie a suo padre, di poter fare tutto ciò che desiderava grazie a suo fratello Davide ed ha raggiunto la consapevolezza che l’unico modo per essere emancipata fosse avere indipendenza culturale ed economica grazie a sua madre. Carolina è ed è stata la più grande calciatrice italiana di tutti i tempi e tra le prime tre al mondo. Dopo una carriera calcistica stellare, è passata dal ruolo di allenatrice e dirigente sportiva. È stata la prima donna a guidare una squadra professionistica maschile, la Viterbese.
La prima donna a rientrare nella Hall of Fame del calcio italiano. È stata anche la prima donna a diventare CT della nazionale italiana di calcio femminile, l’unica istruttrice FIFA e UEFA in Italia. In passato, di calcio femminile non si parlava praticamente mai ed era persino considerato oltraggioso che una donna parlasse in TV di fuorigioco e rimesse laterali, intaccando quel che da sempre era considerato terreno esclusivo degli uomini, il pallone per l’appunto. Ad oggi Carolina commenta il campionato di Serie A per Sky. Il divario di genere è un tema che continua a essere attuale nella nostra società.
Nonostante i progressi fatti, le donne continuano a essere sottorappresentate in molti settori, dalle scienze alla tecnologia, dalla politica agli affari, così come nello sport. Basti pensare che le calciatrici italiane possono vantare un campionato da professioniste soltanto dal 2022 e soltanto da quel giorno hanno raggiunto il diritto allo status di lavoratrici con tutte le tutele assistenziali e previdenziali del caso. Ma quali sono le cause di questo divario? Gli stereotipi e i pregiudizi che le donne affrontano fin da giovani sono solo alcune delle ragioni.
Carolina Morace ha dichiarato: se fossi nata maschio per farmi il largo nella vita, avrei fatto a botte con tutti. Questo riassume perfettamente la sua personalità forte e anticonformista. Nel suo libro “Fuori dagli schemi” racconta il calcio, la vita, l’amore ed è ben lontano dall’essere una semplice biografia sportiva. Infatti per la prima volta tocca tematiche molto intime e personali, come l’amore per la moglie Nicola, colei che le ha fatto capire l’importanza di lasciarsi vedere, di non nascondersi più. Ha deciso di fare coming out, di dichiarare il suo orientamento sessuale, scegliendo di liberarsi dalla paura del giudizio altrui per sentirsi finalmente libera di mostrarsi per com’è, semplicemente se stessa.
Possiamo quasi definirlo un diario intimo in cui l’autrice rivela la sua omosessualità, scoperta in modo naturale all’età di quattordici anni, senza porsi il problema di chi fosse o cosa fosse perché aveva baciato una ragazza e ne parla, lei che dice di aver custodito sempre i suoi sentimenti, ancor di più ora, in quest’epoca in cui tutti parlano di tutto, di tutti, sempre. E lei stessa afferma: sono una donna che ama una donna lesbica, gay, omosessuale. Alle persone piace dare definizioni. Io non mi definisco in amore e l’amore così classificato non mi definisce.
Questa dichiarazione ci mostra quanto sia determinata a non lasciarsi definire dalle aspettative altrui. Il libro, inoltre, è un manifesto femminile per il calcio contro i pregiudizi di ogni tipo. A volte sono i genitori stessi ad essere preoccupati e a proibire alle figlie di giocare a calcio o di praticare altri sport considerati maschili. Ma non è l’ambiente che condiziona le scelte sentimentali e sessuali di una persona, tantomeno influisce sul grado di femminilità. E poi ci sono gli stereotipi. Le ragazze col pallone tra i piedi sono ancora considerate dei maschi mancati o ancor peggio delle femmine mancate.
Una mentalità vecchia e retrograda che ancora persiste e resiste nel cambiamento. Questo è il vero problema del calcio femminile. Per questo poche bambine ci giocano, per questo i genitori sono reticenti, per questo non sarà mai uno sport popolare nel senso di diffuso, sostiene la Morace.
Carolina Morace parla della sua esperienza come donna nel mondo del calcio, un settore tradizionalmente maschile, nel quale ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per distinguersi. Il divario di genere è un tema importante che richiede la nostra attenzione e il nostro impegno.
Le donne possono raggiungere i loro obiettivi e noi possiamo lavorare insieme per ridurre questo divario. Spero vivamente che questo episodio del mio podcast vi abbia ispirato a pensare fuori dagli schemi. Concludiamo con un’affermazione della Morace che rimbomba come un tuono. Il calcio, la vita, l’amore sono tutte cose che ho vissuto con passione e determinazione ed è per questo che possiamo ritenerla un esempio perfetto di come una donna possa sfidare i tabù e il potere maschilista per essere se stessa, anche se questo dovesse significare essere fuori dagli schemi.
Grazie per avermi ascoltato.
Ilenia Bonafede
Un ringraziamento di cuore alla piccola Ilenia che, nonostante la sua giovane età, ha saputo meglio di un adulto toccare con estrema sensibilità, intelligenza e ricettività, alcune tematiche delicate, come la parità di genere, l’inclusione, il contrasto ai pregiudizi, l’accettazione del proprio orientamento sessuale, dimostrando un livello di apertura mentale e comprensione fuori dal comune oltre una spiccata attenzione ai bisogni degli altri. Riuscendo poi a toccare le corde emozionali con la sua descrizione narrativa della mia vita sportiva e personale. La sensibilità è un dono che appartiene a pochi: la sensibilità, come la tua, ci aiuterà a cambiare il mondo. Complimenti Ilenia.
Dal sito di Carolina Morace