Pagine Romaniste
·22. Januar 2025
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Dall’etichetta, pesantissima, di “erede di Falcao” all’anonimato. È la storia di Claudio Valigi, ex centrocampista della Roma che si è raccontato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole.
Da dove cominciamo? “Primavera ’82, sono alla Ternana e mi vuole il Milan. Finisco però alla Roma in comproprietà. All’inizio non c’era Ancelotti, infortunato, e Liedholm mi impiega a centrocampo con Prohaska e Falcao. Me la cavo, anzi gioco bene. Ero tecnico e veloce, anticipavo le azioni. Righetti, mio compagno, mi chiamava pressing per come aggredivo. Oggi mi rivedo in Ricci del Torino”.
Poi che succede? “Poi rientra Ancelotti e smetto di essere titolare, ma ci sta, lo accetto. Vinciamo lo scudetto e quel titolo lo sento mio. 13 presenze su 30 giornate. La Roma gioca un calcio moderno, di possesso palla. Siamo gli unici a difendere a zona e a quattro. La Roma di Liedholm faceva già la costruzione dal basso nel 1982. Il presidente, l’ingegner Dino Viola, mi disse: ‘Valigi, noi vogliamo riscattarla ma la Ternana sta facendo il suo gioco. Veda lei se può fare qualcosa’. Ma cosa potevo fare? Ero un ragazzo timido, senza procuratori, che all’epoca non esistevano: avevo firmato in bianco. Liedholm nel salutarmi mi dice: ‘Allenati in estate, ci aspetta la Coppa dei Campioni, fatti trovare pronto’. Un sogno”.
Dall’Europa alla B in pochi giorni “Lascio Roma tranquillo, poi la doccia fredda. Dai giornali comprendo che la Ternana mi ha ricomprato per 1 miliardo e 200 milioni di lire, ma i soldi li ha messi il Perugia e lì finisco. Mi ritrovo in Serie B a Perugia, a venti minuti da casa, ma cado in depressione”.
Quanto è stata nociva l’etichetta di nuovo Falcao? “Una cosa piacevole, diventata pesante. Auguro a tutti di essere sé stessi, non la copia di qualcun’altro. Basta con i paragoni, non avrei mai potuto essere Falcao, ne ricordavo un po’ la figura e stop”.
In che rapporti era con il Falcao originale? “Ottimi, non mi percepiva come un rivale. Paulo era troppo in alto per preoccuparsi di me”.