Velasco torna sull’Inter: «C’era confusione, Moratti mi pagava per non fare nulla. Non ho mai capito una cosa» | OneFootball

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·11. September 2025

Velasco torna sull’Inter: «C’era confusione, Moratti mi pagava per non fare nulla. Non ho mai capito una cosa»

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Le parole di Julio Velasco, allenatore dell’Italia del Volley, sul suo periodo trascorso nello staff dell’Inter. Tutti i dettagli

Dopo la vittoria del Mondiale con l’Italia del Volley femminile, Julio Velasco ha parlato al Corriere dello Sport tornando anche sul suo periodo all’Inter.

ESPERIENZE NEL CALCIO – Mi fermai un anno dopo la Lazio che lasciai perché avevo capito che sarebbe finita malissimo. E feci lo stesso dopo l’Inter. Cragnotti scelse me e Zoff , facendolo presidente, forse perché eravamo due figure pulite e spendibili. Con lui riuscii a lavorare. Ma, come ho detto, mi resi conto dei problemi e rinunciai a quattro anni di contratto.


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COSA E’ SUCCESSO ALL’INTER – All’Inter c’era confusione e poco dopo l’esonero di Lippi salutai. Non ho mai capito cosa volesse Moratti da me. Continuò a pagarmi per non lavorare.

COSA FARA’ ADESSO – Avrei intenzione di sparire per un po’, mi chiamano in tv, ma voglio evitare la sovraesposizione e di rompere i coglioni alla gente. Come nel ‘90. Partecipai a due soli programmi, andai da Chiambretti e Costanzo, rinunciai al Sanremo e ad altre presenze. Certo, a quei tempi era più semplice selezionare. E c’erano solo i giornali e la gente ne leggeva uno. Oggi qualsiasi cosa tu faccia finisce sui social e sei ovunque.

COME SI E’ AGGIORNATO IN QUESTI ANNI – Studiando, osservando anche gli altri per cercare di copiare qualcosa. E poi, vedi, io sono un tecnico pragmatico, non un ideologico. Insistere su un’idea anche quando non funziona è sbagliato. Il nostro è un mestiere nel quale dobbiamo far funzionare le cose. Le idee, il metodo, la tattica… penso che la parte più importante sia l’adattamento ai gruppi e al momento. Alla squadra parlo in modo semplice e chiaro. Prima del Mondiale ho spiegato alle ragazze che l’oro di Parigi era stato un’eccezione, non la regola. Basta un attimo per trasformare un punteggio da positivo in negativo e viceversa. Nello sport è difficile capire se sei buono o non buono, di solito te lo fa sapere l’avversario. Così come non è semplice comprendere perché alla gente una squadra piace tanto e un’altra meno. Mistero. Io dico sempre di guardare a Vasco Rossi. Tecnicamente non è il miglior cantante in circolazione, ma arriva a tutte le generazioni perché trasmette qualcosa di forte e comprensibile.

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