70 anni per Bomber Pruzzo: «La Roma, Conti e lo Scudetto: e voglio festeggiare in questo modo» | OneFootball

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·31 March 2025

70 anni per Bomber Pruzzo: «La Roma, Conti e lo Scudetto: e voglio festeggiare in questo modo»

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Domani Roberto Pruzzo compie 70 anni: l’ex attaccante della Roma si racconta alla vigilia del suo settantesimo compleanno

Domani il Bomber festeggia 70 anni e non c’è possibilità di malintesi: di Bomber per i tifosi della Roma ce n’è uno soltanto, Roberto Pruzzo. Di seguito le sue parole alla vigilia del suo compleanno sul Messaggero.

IL RAPPORTO CON BRUNO CONTI«Eravamo belli io e Bruno, vero? Ma una coppia così quando la rivedete a Roma?».


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268 PARTITE INSIEME«Certamente, sono proprio tante. Quando vi ricapita».

ALBUM DEI RICORDI«Sono tanti 70, non mi ci faccia pensare. Però è inevitabile guardarsi indietro».

COSA VEDE GUARDANDOSI INDIETRO«Un ragazzino di 6-7 anni con i calzoncini corti che correva dietro a un pallone».

AVEVA GIÀ I BAFFI?«No, quelli sono arrivati intorno ai 16 anni. (ride) Giocavo per strada. Lo sa che il primo campo a 11 penso di averlo visto a 15 anni? Ai tempi miei al massimo si giocava a 7 in parrocchia. Per quello mi sono abituato a liberarmi nello stretto».

PIÙ FORTE COME CALCIATORE O PIÙ BRAVO COME PAPÀ?«Purtroppo come giocatore, a volte sono stato un padre un po’ distaccato. Anche se mia figlia sa il bene che le voglio, spero di essere stato almeno presente nei momenti importanti, quelli che servivano».

I SUOI GENITORI L’HANNO VISTA ESORDIRE IN SERIE A«Bella domanda. Papà sì, mamma penso di no. Mio padre è venuto a vedermi a Marassi, avevo 17 anni, ero un bambino. Ma poi soffriva troppo e ha lasciato perdere.»

UN GIOCO: UNA FOTO PER OGNI DECENNIO DELLA SUA VITA. 0-10 ANNI«Mi viene in mente il campo di Crocefieschi, anche se poi ci andavamo solo la domenica. Diciamo allora io che corro dietro a un pallone per strada».

10-20 ANNI«La scuola e il Genoa. La prima non faceva per me. Le uniche materie che apprezzavo erano geografia e storia, le altre un mezzo disastro. Il Genoa, invece, è l’esordio e il mio primo gol in A, la fascia di capitano a 20 anni. Roba mica da ridere».

COME FU RECLUTATO DAL GENOA«La leggenda dice che mi vide un benzinaio e mi segnalò al presidente Fossati. In realtà mi portò un mio amico di Crocefieschi, Remo Poggi. Fino a quel momento al massimo avevo giocato nei tornei dei bar o dei paesi. E da lì è iniziato tutto.»

20-30 ANNI«È stato il periodo più bello della mia vita. Una foto non basta, perché ne dovessi scegliere una direi mia moglie e mia figlia. Brunella sono 50 anni che mi sopporta mentre Roberta è nata nel ‘79. Ma non posso dimenticare neanche il militare e lo scudetto con la Roma».

IL SERVIZIO MILITARE«Eh sì, grazie alla nazionale militare girai un po’ il mondo. Fino a quel momento al massimo ero stato a Genova. A quell’epoca andare negli Stati Uniti era come sbarcare sulla Luna».

30-40 ANNI«Uno scatto? Gli aerei. Non vedevo l’ora di smettere e quando l’ho fatto mi sono divertito a girare il mondo a osservare i calciatori. L’ho fatto pure per la Roma».

PAZ E CESAR GOMEZ«Dopo tanti anni posso dirlo: Paz non l’ho mai visto giocare. Ogni volta che andavo per vederlo, rimaneva fuori. Un giorno mi ritrovo che la Roma ha preso Gomez e bisognava andarlo a prendere all’aeroporto. “Ma io non ci vado”, dissi. Come venne scelto non lo so».

SEGNALÒ INVECE HELGUERA«Sì e anche Candela. Era un lavoro che mi piaceva ma poi sono arrivati i procuratori e mi rompevano troppo le scatole. Così ho smesso».

40-50 ANNI«Mi sono divertito a fare il dirigente, sono tornato nel calcio dei dilettanti per poi andare in C e in B. Ho rivissuto il calcio di una volta».

50-60 ANNI, IL PERIODO PIÙ CRITICO«Sì, perché ad un certo punto ti svegli la mattina e ti accorgi di colpo che gli anni passano. Cerchi allora una motivazione e delle volte non la trovi. E così rimugini, ti deprimi e può capitare di fare anche brutti pensieri. Ho vissuto una parentesi buia e devo dire grazie a mia moglie, la migliore psichiatra che potevo trovare in quel momento. Ma non posso dimenticare nemmeno l’amore di Roberta che in quel momento è stata più di una figlia e la vicinanza dei miei amici che se ne sono accorti e mi hanno ripreso per i capelli».

60-70 ANNI, IL PRESENTE«Ora sto bene e ho imparato a prendere il meglio da ogni giorno».

UN DESIDERIO PER I 70 ANNI«La maratona. Ma chi ce la fa? Se mi azzardo a fare anche la mezza maratona mi ritrovate svenuto sul ciglio della strada…».

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