Alberto Costa o Joao Mario, chi sta facendo meglio? Il confronto tra i due terzini dopo il doppio affare Juve-Porto | OneFootball

Alberto Costa o Joao Mario, chi sta facendo meglio? Il confronto tra i due terzini dopo il doppio affare di Comolli con il Porto

Ufficialmente, sui registri del calciomercato estivo, l’operazione non è stata archiviata come uno scambio diretto. Tuttavia, la sostanza dei fatti racconta di due destini che si sono incrociati sulla rotta Torino-Oporto: Alberto Costa ha salutato la Juventus per cercare fortuna in Portogallo, mentre Joao Mario ha compiuto il percorso inverso, approdando in Serie A con grandi aspettative. A distanza di qualche mese dall’inizio della stagione, è tempo di bilanci. E i numeri, giudici severi e inappellabili, offrono una risposta piuttosto netta alla domanda: chi ci ha guadagnato di più?

Al momento, fa notare La Gazzetta dello Sport, la bilancia pende decisamente a favore del Porto. Il club lusitano, guidato in panchina dal tecnico italiano Francesco Farioli, sembra aver trovato in Alberto Costa un tassello fondamentale per il proprio scacchiere tattico. L’ex bianconero si è integrato con una rapidità impressionante, diventando subito un perno della squadra. I dati sono eloquenti: Costa ha già messo nelle gambe la bellezza di 938 minuti, dimostrandosi non solo fisicamente integro ma anche tatticamente centrale. Ancor più impattante è il suo contributo in fase di rifinitura, con ben 5 assist già messi a referto per i compagni.

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Dall’altra parte della barricata, l’ambientamento di Joao Mario alla Juventus si sta rivelando molto più complicato del previsto. Il connazionale portoghese sta faticando terribilmente a scalare le gerarchie e a trovare continuità. Il confronto statistico è quasi impietoso: per lui il tassametro si è fermato ad appena 342 minuti giocati, meno della metà rispetto al suo “rivale” a distanza. Anche l’apporto offensivo è stato finora minimale, con un solo assist all’attivo. Mentre Costa è già un protagonista assoluto per Farioli, Joao Mario resta, per ora, una scommessa ancora tutta da vincere per la dirigenza bianconera.