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·15 April 2025

Aston Villa PSG: le tre cose che non hai notato del match di Champions League

Article image:Aston Villa PSG: le tre cose che non hai notato del match di Champions League

Ecco le tre curiosità sulla sfida Aston Villa PSG: partita valida per il quarto di finale di ritorno di Champions League

Aston Villa-Psg è stata una sfida da cuori forti: un 3-2 palpitante, divertente, incredibile. I francesi si guadagnano la semifinale (che sia l’anno buono)? Ai padroni di casa resta la soddisfazione di avere fatto una grande gara e il rimpianto per quello che poteva essere e non è stato. Ecco tre momenti da ricordare.

  1. Bella o folle? La prima valutazione la facciamo sul carattere della gara, non legata a un solo episodio ma alla quantità di situazioni che ci sono state nei 90 minuti (anzi, 93, tenendo conto che pure negli ultimi secondi si è registrata un’occasione). Il dibattito è: una gara così vi piace – nel senso che se siete un allenatore è questo il calcio che vorreste proposto sempre, oppure è solo un capitolo pazzo di un romanzo irriproducibile? Si sono contate 18 occasioni (12 per il Villa, la metà per il Paris), si sono visti spazi immensi, le verticalizzazioni sono state continue, le squadre sono apparse lunghe già dai primi minuti, chiunque provava a portare palla con accelerazioni vertiginose e i reciproci centrocampi sembravano avere il Telepass. Bellezza, follia o entrambe le cose shekerate come non succede (quasi) mai?
  2. Le prime scene. Qualche volta, soprattutto in Champions dove la spettacolarità delle immagini è notevole, si cerca di intravedere nelle scene iniziali segnali di ciò che sarà. In rapido disordine si è visto: Emery già arrabbiato e imbacuccato per una pioggia torrenziale; tifosi parigini ignari del meteo per la maggior parte a torso nudo; Donnarumma costretto a uscire male di piede per un retropassaggio superficiale. Chi ha pensato che come inizio con c’era male aveva visto giusto, senza per questo essere necessariamente un visionario.
  3. Questa è la Champions. «Questa è la Champions League, dove vedete anche un principe diventare un tifoso accanto!», urla Stefano Borghi al momento del 3-2, quando si vede William e i figli esultare fregandosene bellamente – e meno male! – del decoro reale. Non di meno, quando all’ultimo minuto lo si è visto consultare nervosamente il cronometro per capire quanti secondi d speranza ancora ci fossero, ci è sembrato proprio come noi. Anzi, una volta tanto, eravamo noi a essere come lui, visto che è stata una gara di rivoluzione (non fino in fondo) delle gerarchie)
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