Calcionews24
·10 July 2025
Atalanta Retegui, cessione da 68 milioni e a Bergamo non è la prima plusvalenza d’oro. Un altro capolavoro di mercato: ecco come fa il club a scoprire talenti, valorizzarli e venderli a cifre folli

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·10 July 2025
Una fabbrica di talenti che è anche una miniera d’oro. Il “modello Atalanta” si appresta a scrivere un altro, incredibile capitolo della sua storia di successo, con la più che probabile cessione di Mateo Retegui in Arabia Saudita. L’operazione, che dovrebbe portare nelle casse del club circa 68 milioni di euro, non è un caso isolato, ma la consacrazione di una filosofia che ha permesso alla Dea di competere ai massimi livelli in Italia e in Europa, generando al contempo plusvalenze da capogiro.
Quella di Retegui è solo l’ultima di una lunga serie di cessioni record che hanno reso il club bergamasco un esempio virtuoso a livello mondiale.
Il gioiello più prezioso mai venduto dall’Atalanta resta Rasmus Højlund, ceduto al Manchester United nel 2023 per la cifra monstre di 78 milioni di euro, dopo essere stato acquistato per soli 21 milioni appena un anno prima. Un’operazione lampo che ha generato un profitto enorme. Subito dopo, nella classifica delle cessioni d’oro, si inserisce proprio Retegui, seguito da Teun Koopmeiners, diventato un pilastro del centrocampo atalantino e poi venduto alla Juventus nel 2024 per circa 60 milioni. Altro capolavoro è stato Cristian Romero, prelevato dalla Juventus per 17 milioni e rivenduto al Tottenham per 52 milioni dopo essere stato eletto miglior difensore della Serie A.
Ma la lista dei capolavori è lunga e affonda le radici nel tempo, a testimonianza di una visione consolidata. Basti pensare a Dejan Kulusevski, cresciuto nel vivaio e ceduto alla Juventus per 35 milioni più bonus senza aver quasi mai giocato in prima squadra, o ad Alessandro Bastoni e Franck Kessié, entrambi valorizzati a Bergamo e poi venduti a peso d’oro a Inter e Milan, diventando colonne portanti dei due club milanesi.
Il segreto di questo successo risiede in un circolo virtuoso perfetto. Alla base c’è uno scouting di livello mondiale, capace di scovare talenti sottovalutati in campionati minori. Segue poi il “fattore Gasperini”: un allenatore maestro nel plasmare questi talenti, inserendoli in un sistema di gioco esigente che ne esalta le qualità. Infine, la capacità della dirigenza di vendere al momento giusto, senza farsi frenare dal sentimentalismo, per poi reinvestire i proventi e ricominciare il ciclo. La cessione di Retegui non indebolisce l’Atalanta, ma finanzia la prossima, ennesima, intuizione.
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