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·24 June 2025

Benfica-Bayern Monaco: le tre cose che non hai notato della partita

Article image:Benfica-Bayern Monaco: le tre cose che non hai notato della partita

Ecco le tre curiosità sulla sfida delle ore 21.00, Benfica-Bayern Monaco: match valido per il ritorno la seconda giornata del Mondiale per Club

Una partita di calcio, spesso, vive su due livelli. C’è la cronaca principale, fatta di gol, parate decisive e pali clamorosi, quella che finisce sui titoli. E poi c’è un racconto più sotterraneo, composto da episodi quasi invisibili che però determinano l’inerzia della gara, che ne svelano la psicologia e che, a conti fatti, ne spiegano il risultato finale più di ogni altra cosa. La vittoria del Benfica sul Bayern Monaco è figlia soprattutto di questi momenti: segnali nascosti, scelte tattiche e destini speculari che hanno scritto la storia della partita lontano dai riflettori.

1. La prepotenza fisica di Renato Sanches

Mentre il Bayern prova a imporre il suo ritmo, c’è un episodio che lancia un segnale psicologico potentissimo. Su un pallone vagante al limite della propria area, Renato Sanches viene pressato da un avversario. Invece di liberarsi della palla in fretta, la protegge con il corpo, si fa tamponare e resiste all’urto con una sicurezza quasi sfrontata, mantenendo il possesso. In quel singolo gesto c’è tutta la dichiarazione d’intenti del Benfica: non siamo qui per subire, siamo fisicamente e mentalmente pronti a questa battaglia. Un’affermazione di forza che ha smorzato fin da subito le velleità tedesche. Dominante.


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2. La scossa tattica di Kompany

Dopo un primo tempo di possesso sterile, il tecnico del Bayern non ci pensa due volte e opera una vera e propria rivoluzione durante l’intervallo. Fuori Palhinha, Gnabry e l’impalpabile Bischof; dentro Kimmich, Olise e soprattutto Harry Kane. La mossa cambia istantaneamente il volto della partita. L’ingresso di Olise, in particolare, porta una velocità e una verticalità che il Benfica fa un’enorme fatica a contenere. Da quel momento inizia un’altra gara, un assedio costante in cui l’inerzia si sposta completamente. Una tripla sostituzione che è stata la mossa disperata e quasi vincente di un allenatore che aveva capito di dover cambiare tutto. Elettrificante.

3. Due cross dal fondo: lo specchio del destino

La sintesi perfetta della partita sta in due azioni quasi identiche, ma dall’esito diametralmente opposto. Al 12′, il Benfica sfonda: Aursnes si sovrappone, arriva sul fondo e mette un pallone perfetto all’indietro per l’accorrente Schjelderup, che colpisce con freddezza e segna. Al 43′, tocca al Bayern: Gnabry fa un grande stop a seguire, arriva sul fondo e mette un pallone simile all’indietro per Sané. L’esito, però, è un tiro alle stelle. In questi due episodi speculari c’è l’intera narrazione del match: l’efficienza chirurgica dei portoghesi contro lo spreco e l’imprecisione dei tedeschi. La stessa azione, due destini. Impietoso.

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