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·25 December 2024
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Il meglio dell’anno in una serie di frasi. Tra previsioni azzeccate, sbagliate, ricordi e polemiche. Ecco il mese di agosto
Miroslav Klose: «Ho seguito il torneo e onestamente secondo me ci si aspettava un livello più alto dalla competizione. C’era grande attesa per alcune partite che poi non sono state davvero emozionanti. Forse ha prevalso troppo la tattica».
Lorenzo Casini: «L’Europeo è stato un disastro, che purtroppo parte da lontano. L’Italia manca dalla fase finale dei Mondiali del 2014 e dai Giochi olimpici dal 2008. La vittoria di Euro 2020 ha illuso molti, purtroppo. Si è allentato troppo il legame tra settore giovanile, dilettantismo e professionismo, perché molti talenti si perdono o abbandonano o non arrivano in serie A. L’anno scorso abbiamo riformato il campionato Primavera, per esempio, con risultati positivi, e il numero della seconde squadre di A è passato da uno a tre in due anni. Ma non basta».
Karol Linetty: «All’inizio abbiamo incontrato delle difficoltà. Soprattutto dal punto di vista del gioco difensivo, ad esempio nelle scalate: il nostro concetto non è più stare uomo su uomo, ora lavoriamo sugli spazi e ci posizioniamo a zona. Dopo un inizio di studio, abbiamo capito di più le idee del mister: con il Lione molte scalate sono riuscite, abbiamo iniziato a parlarci di più tra di noi per aiutarci. La comunicazione ha funzionato. Lo si è visto in campo, anche nei movimenti con la palla: iniziamo a giocare meglio, ora andiamo avanti».
Piotr Zielinski: «Al centrocampo aggiungerò le mie giocate, di qualità, ma anche esperienza perché a 30 anni qualcosa l’ho vista… Voglio dare all’Inter più gol e assist possibili».
Beppe Bergomi: «Mai sentirsi arrivati. Quest’anno l’Inter non può scegliere: la stagione scorsa, in Champions, c’è stata qualche rotazione in più, stavolta sarà diverso. E i 19 punti di vantaggio sul Milan vanno azzerati, come se non esistessero. È quella la chiave».
Samuel Chukwueze: «Vorrei chiudere gli occhi, riaprirli e vedere Osimhen qui al Milan. Gli dico sempre: “Sicuro che non vuoi venire?” e lui: “Samuel, lo sai che è difficile…”».
Daniele De Rossi: «Baldanzi? Ci credo ciecamente. Mi piace tanto, ha tanta qualità e ritmo, poi intensità. Quando gioca sulla fascia può mancargli un po’ di gamba per attaccare come piace a me, invece lì in mezzo è imprevedibile, è attivo e sempre pericoloso. Sta crescendo tantissimo e diventerà decisivo negli ultimi sedici metri che forse è l’ultima cosa che gli manca per diventare un giocatore fortissimo. Centrocampista, esterno, trequartista: è intelligente, ha qualità, è sempre frizzante, vivo. Mi piace tanto».
Arrigo Sacchi: «In questi anni, alla guida di una squadra come l’Atalanta, che non è mai stata tra le grandi del nostro campionato, Gasperini ha fatto cose straordinarie. Di lui ammiro l’aggressività, che inevitabilmente comporta anche rischi».
Massimo Zampini: «L’Atalanta è impressionante per come sul mercato ha risposto ai problemi. Si è rotto Scamacca e il giorno dopo ha preso Retegui, adesso il blitz su Bellanova addirittura prima di Torino-Atalanta. Ho l’impressione che si presenti col cash».
Sandro Veronesi: «Dusan possiede colpi unici. Adesso gli manca soltanto una stagione in cui segna con continuità per dieci mesi, come Lautaro lo scorso anno e Osimhen nel 2022-23. Sono convinto che questo clima di competitività e solidarietà interna che si respira alla Juventus esalterà Vlahovic».
Fabio Capello: «Si parla di un possibile addio di Guardiola a fine della stagione, la cosa renderà la squadra più cattiva, determinata e vogliosa perché Guardiola vorrà lasciare un ricordo che è già grande e che vuole sia enorme. Il City ha tutto per far bene: esperienza, forza, determinazione, qualità. E sembra che Haaland stia ancora meglio dello scorso anno».