Cagliarinews24
·4 November 2025
Boi: «Il Cagliari ha rimediato una sconfitta pesante, ma si sono visti segnali di vitalità…»

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Secondo sconfitta consecutiva per il Cagliari, ieri allo stadio Olimpico contro la Lazio. Del match ha parlato la firma de Il Tirreno, Giuseppe Boi, nella pagina Facebook intitolata “Quelli che il Cagliari”:
«Un’altra sconfitta. Pesante oltre quello che si è visto in campo, ma comunque una sconfitta. La quarta in 6 partite dove sono arrivati 2 punti. Il Cagliari è un malato grave, ma dall’Olimpico emerge una speranza. Perché la squadra vista con Verona e Sassuolo aveva l’elettroencefalogramma piatto, mentre con la Lazio si sono visti segnali di vitalità: il ritorno a un modulo che dà più equilibrio; i migliori giocatori della rosa titolari; sacrificio e voglia di provare a far male. Ho criticato Pisacane nelle precedenti partite, ma poco ho da dire sulla squadra messa in campo all’Olimpico. E non solo per l’addio – spero definitivo – della difesa a 3, ma per come è stato interpretato il 4/3/1/2. Perché in fase di possesso diventava un 3/2/4/1 capace di creare problemi alla Lazio e in non possesso un 4/4/2 che copre meglio sugli esterni e crea più densità al centro.
Lo dicono i dati della Lega calcio: 10 occasioni da gol contro 6 dei biancocelesti; 17 tiri totali contro 8; 5 tiri in porta contro 3. Frutto dell’aver schierato i giocatori più qualitativi. Tuttavia, per trovare la giocata giusta e la cattiveria sotto porta (ciò che è mancato con la Lazio), così come per non cadere negli stessi errori difensivi (decisivi anche all’Olimpico e frutto più di mancanze collettive che di pecche dei singoli) occorre che questi giochino insieme; imparino a conoscersi in partita e non solo in allenamento; diventino una squadra che non solo mette in campo dei concetti ma un’identità di gioco frutto di automatismi. Perché atteggiamento propositivo e voglia di lottare, che con la Lazio non sono mancati, non bastano. Il ravvedimento tattico di Pisacane, sperando non sia estemporaneo, non è cosa da poco. Soprattutto in un momento in cui alla mancanza di risultati si aggiungono problemi ambientali e di spogliatoio. Ma per allontanare i fantasmi occorre scegliere un modulo e una squadra titolare. Per inserire i Liteta, gli Idrissi, lo stesso Kilicsoy e gli altri giovani c’è tempo. E possono bastare anche scampoli a fine partita che, se disputati in un contesto di squadra collaudato, possono favorire ben di più la loro crescita».
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