
Zerocinquantuno
·3 October 2025
Bologna-Friburgo 1-1: il Tosco l’ha vista così…

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·3 October 2025
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Difficile non fidarsi di un allenatore che in ogni stagione ha centrato l’obiettivo stagionale, dalla Serie D alla Serie A, e infatti ieri sera si sono ricominciati a vedere alcuni concetti cari al suo calcio.
La riagressione in certi momenti del primo tempo e nell’ultimo quarto d’ora è stata all’altezza della sua fama, così come si sono notate a più riprese alcune giocate dirette sugli esterni con l’area avversaria ben riempita. È mancata la continuità, roba da altri momenti della stagione: ma chi ha continuità ora?
Poche squadre, magari una gara sì e l’altra meno: da allenatore sarei più preoccupato se la mia squadra funzionasse già il 2 ottobre…
Piuttosto, già dalla prima partita a Roma avevo notato un Bologna intento a sviluppare da dietro con più calma e con un palleggio più accorto anche se, probabilmente per poca abitudine, non troppo preciso e troppo compassato.
La mia non vuol certo essere una critica: chi mi legge sa che prediligo quel tipo di calcio, ma può essere un segnale di grande maturità da parte di un allenatore avere anche l’intenzione di modificare la sua proposta restando comunque dentro ad alcuni concetti personali, come la verticalità e la riaggressione.
Ieri avrete notato, soprattutto nella prima frazione, come il possesso palla quando non si trovava l’immediata verticalizzazione su un attaccante fosse indirizzato per arrivare a giocare su un lato del campo (più il sinistro, ma forse anche per concessione degli avversari) e modificare le posizioni degli interpreti: ecco allora Lykogiannis a tutta fascia, Cambiaghi nel mezzo spazio e Ferguson a fare da sostegno per giocare un tre contro tre in spazio ristretto, facendo poi uscire il pallone su chi si riusciva a liberarsi o su un quarto (Odgaard o Castro) che si inseriva negli spazi sopra al triangolo formatosi.
Anche Ferguson, spesso in mezzo ai due centrali con un’impostazione a tre, offriva soluzioni diverse da dietro: in quel caso Lykogiannis si affiancava a Freuler portandosi dietro l’avversario (il barbuto Beste) e liberando così il passaggio lungolinea per Cambiaghi, bravo poi nell’impegnare in uno contro uno Treu.
Insomma, abbiamo ammirato alcune soluzioni alternative alle giocate più sicure sugli attaccanti, anche se al momento riescono meno per la mancanza di una condizione che arriverà certamente e che può farci ben sperare.
Come dissi dopo Birmingham e a ridosso di Lecce, sarà durissima affrontare dopo meno di settanta ore un Pisa super agguerrito, ma almeno stavolta abbiamo evitato viaggi e alberghi.
Purtroppo o per fortuna l’Europa League comporta questi sacrifici: onori ma anche oneri. In tal senso, i giocatori e l’allenatore del nostro Bologna mi sembrano abbondantemente sul pezzo.
Foto: Alessandro Sabattini/Getty Images (via OneFootball)
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