Bologna, parla Castro: “L’Inter mi segue? Non ci penso. L’obiettivo è tornare in Europa” | OneFootball

Bologna, parla Castro: “L’Inter mi segue? Non ci penso. L’obiettivo è tornare in Europa” | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: DirettaCalcioMercato

DirettaCalcioMercato

·20 February 2025

Bologna, parla Castro: “L’Inter mi segue? Non ci penso. L’obiettivo è tornare in Europa”

Article image:Bologna, parla Castro: “L’Inter mi segue? Non ci penso. L’obiettivo è tornare in Europa”

Lunga intervista per il bomber del Bologna Castro, che si è raccontato, in lungo e in largo, ai microfoni del Resto del Carlino, affermando di sognare in grande con i felsinei e rivelando i suoi idoli.

“Dentro al campo non temo nulla: posso prendere un pallone, non prenderlo, ma non entro mai con paura, perché giocare è quello che voglio fare. Mi arrabbio, piango, sono felice: il calcio è la mia vita, non posso averne timore”.


OneFootball Videos


UN ANNO A BOLOGNA – “Bellissimo. Ho visto il mio mondo stravolgersi, ho cambiato tutto: vita, squadra, allenatore, città. Ma sono molto contento di essere qua, è stata la scelta giusta. C’erano quattro club che mi volevano: Fiorentina, Genoa, Bologna e una squadra di Premier. Ma due fattori hanno fatto la differenza: la possibilità di andare in Champions, ma soprattutto il modo in cui mi hanno fatto sentire Marco, Giovanni e Claudio (Di Vaio, Sartori e Fenucci, ndr). E’ prevalso il lato umano: mi telefonavano non per parlare di contratti, ma per sapere come stavo. Tre fotografie? Uff, difficile. Nella prima metto la fiesta Champions in piazza Maggiore e il debutto con lo Shakhtar. Poi la vittoria storica col Borussia e, infine, il gol all’Atalanta che ci ha riportato in semifinale di Coppa Italia dopo ventisei anni”.

CHAMPIONS – “Quanta fame ci ha lasciato? Davvero tanta. Mi manca mucho quell’atmosfera, vorrei riviverla subito. Ma la Champions è finita per noi, non possiamo perderci in questi pensieri: dobbiamo concentrarci su campionato e Coppa Italia. Le italiane fuori così? Ne abbiamo parlato nello spogliatoio. Sappiamo che i playoff erano alla nostra portata: con Feyenoord e Bruges ce la saremmo giocata. Se guardiamo alle nostre gare in Europa, sono state tutte di livello. Peccato. Comunque abbiamo tifato per le italiane. Anche per via del ranking, ovviamente”.

OBIETTIVI – “L’obiettivo è uno: tornare di nuovo in Europa. Però non lo so, dico sempre che è meglio vedere di gara in gara. Abbiamo perso punti importanti a Empoli e a Lecce. I tifosi in questi giorni ci hanno fatto sentire che col Parma è un derby. Dobbiamo fare di tutto per vincere e restare vicini alle prime quattro-cinque squadre”.

GIMENEZ – “Non lo conoscevo prima, ma è un centravanti molto forte. Coi rossoneri sarà una gran partita. Ma dovranno stare attenti anche loro: in casa siamo una squadra difficile da sfidare. La vivremo come una partita di Champions, il mister ce lo dice sempre”.

ITALIANO – “Sono felice di averlo, è un tecnico molto bravo. Mi ha aiutato a cambiare la mia testa e il mio gioco, a essere più cattivo. Faremo grandi cose con lui”.

OBIETTIVO PERSONALE – “L’obiettivo me l’ha dato Lollo (De Silvestri, ndr). In estate mi ero fatto i capelli biondi e lui mi ha detto: ora fai un patto con me, devi arrivare a 12 gol tra tutte le competizioni. Sopra il mio posto nello spogliatoio abbiamo attaccato una striscia di carta con 12 quadratini: a ogni mio gol, lui arriva con le forbici e taglia”.

SEMIFINALE DI COPPA ITALIA – “Chi tra Juve e Empoli? E’ uguale. Dovremo giocare allo stesso modo, con l’una o l’altra. Nella Juve c’è Motta? E’ uguale. Dobbiamo battere tutti. Ho parlato con lui dopo la sfida di Torino: mi ha fatto i complimenti, mi ha detto di continuare così”.

MOMENTO PIÙ DURO – “Dopo il Verona. Avevamo fatto una grande gara con un uomo in meno e io ho rovinato tutto con quell’autogol. Abbiamo avuto quattro-cinque giorni liberi e sono andato via con Augustina per staccare. Ma ero arrabbiatissimo: non avevo voglia di niente, sono stato quattro giorni con la faccia arrabbiata. Mi è passata davvero una volta tornato ad allenarmi: volevo spaccare il mondo”.

IDOLO – “Quando ho iniziato a seguire il calcio, Milito dell’Inter. Poi Pratto del Velez, con cui ho anche giocato. E ovviamente Lautaro”.

INTER – “Mi segue? Io non ci penso. La posso prendere come motivazione, sì, ma devo concentrarmi solo sulla mia squadra, a fare bene qua. La classifica e la Coppa Italia sono i miei unici pensieri fissi. Non posso sprecare energie in altro”.

SOGNO – “La Nazionale, tornare in Europa e vincere qualcosa con il Bologna”.

FUTURO – “Se mi vedo qui a lungo? Non lo so, non si sa mai nel calcio. Quel che so è che qui sono molto felice, con la città, con il club. Mi piace quando giro, i tifosi che mi fermano. E’ davvero un bellissimo ambiente Bologna”.

IL PADRE – “Tante volte mi rimprovera. Mi dice: ‘Che partita hai fatto, Toto? Non puoi giocare così, devi essere più cattivo, devi pressare’. Noi sappiamo che dopo la gara è meglio non parlarci: mi rilasso e il giorno dopo se ne discute. In fondo, papà mi rimprovera le stesse cose di Italiano: non la scampo”.

View publisher imprint