Milannews24
·22 December 2024
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Intervistato in esclusiva da Milannews24, Cristian Bucchi ha analizzato il momento del Milan e non solo. Le sue dichiarazioni:
Il Milan è reduce dalla sofferta vittoria di venerdì sera sul campo del Verona. Come analizza la sfida del Bentegodi?
«La prestazione senza dubbio non è stata scintillante. Credo che ci siano però alla base delle difficoltà oggettive. Innanzitutto una squadra come il Verona che in casa diventa molto ostica quando riesce a trovare le misure, arrivava poi da un successo in trasferta. Molto attenta, molto accorta, ha chiuso tutti gli spazi non concedendo campo inizialmente a Leao e successivamente a Jimenez e Chukwueze, tutti giocatori che negli spazi possono creare difficoltà. Poi sicuramente non avere a disposizione alcuni giocatori importanti come Morata, l’infortunio di Leao, Pulisic, Okafor, Loftus-Cheek e Musah. Tanti giocatori che possono avere il guizzo per sbloccare partite come quella di ieri sera che sono chiuse e difficili e magari possono diventare tutt’altro come è successo anche all’Inter che ha sbloccato la partita con la giocata di un singolo e poi ha trovato vita facile».
La vigilia della gara è stata caratterizzata dalle tante voci sul futuro di Fonseca: il tecnico ottenendo i tre punti ha scacciato le voci di esonero o per lei resta in bilico?
«Credo innanzitutto che la vittoria porta sempre un pò di serenità. I tre punti hanno mosso la classifica e permettono di preparare la prossima gara con ottimismo e positività in un momento di difficoltà sotto tutti i punti di vista con un organico ridotto. Vittoria quindi importantissima. Sono convinto che Fonseca sta vivendo grossomodo le stesse problematiche che ha vissuto lo scorso anno Pioli, questa è una squadra che ha delle potenzialità ma non ha continuità. Questo dipende dal fatto che i giocatori di maggior talento purtroppo non hanno continuità. Ogni settimana ci troviamo ad affrontare la questione legata al rendimento di Theo Hernandez o Leao che hanno l’atteggiamento sbagliato. Purtroppo in un buon organico se i due migliori giocatori hanno questo atteggiamento e questo rendimento condizionano tutta la squadra. Se loro due trovassero la continuità io credo che il Milan farebbe un grosso step in avanti come classifica e come valore di squadra e probabilmente questi due ottimi giocatori si avvicinerebbero ad essere dei top player».
Theo Hernandez sembra essere il giocatore, tra i top del Milan, più in difficoltà. Da cosa dipende questo momento a suo avviso?
«Io credo che il problema di Theo Hernandez sia lui stesso perchè non c’entra nulla l’incompatibilità con Fonseca. Va ricordato che il francese ha sempre avuto questi alti e bassi, credo che forse i migliori Theo Hernandez e Leao li abbiamo visti nell’anno dello scudetto del Milan. Lì hanno avuto continuità di rendimento e non a caso il Milan ha vinto il campionato. Da lì è iniziata questa giostra di alti e bassi che non lo sta rendendo il top player che Theo potrebbe essere. Prima parlavamo di giocatori forti e di certezze: io credo che Maignan, Reijnders e Fofana siano delle certezze con giocatori di personalità ma tre certezze sono troppo poche. Vicino a questi bisogna mettere gente come Gabbia, che sta diventando una certezza. Ne servirà trovarne altri per permettere al Milan di diventare una squadra con dieci certezze e un giocatore incostante. Ma uno solo, non due e sicuramente non i due giocatori più importanti. Credo insomma che la crescita del Milan dipenda o dalla svolta di Theo e Leao oppure da una cessione degli stessi, seppur a malincuore. La questione del rinnovo di Theo Hernandez non credo sia una questione economica perchè in una situazione normale il Milan lo vorrebbe trattenere. Probabilmente i rossoneri stanno facendo delle valutazioni per capire se il ragazzo possa fare o meno questo step definitivo e diventare il miglior terzino al mondo oppure rimanere un giocatore che ha tante qualità ma a che a volte si perde in alcuni atteggiamenti che non fanno parte di un campione».
Si avvicina il calciomercato di gennaio: dove dovrebbe intervenire il club rossonero?
«Io credo che bisogna trovare delle alternative valide sugli esterni perchè Okafor è un giocatore adattato e quindi un vero vice Leao non c’è anche se mi è piaciuto Jimenez. Giocatore duttile che può giocare ovunque. Dall’altra parte invece serve un’alternativa vera a Chukwueze nel momento in cui Pulisic viene impiegato stabilmente da trequartista. Se invece Pulisic verrà impiegato sull’esterno con Morata sottopunta credo che a quel punto le operazioni possano essere altre. Probabilmente anche una prima punta più goleador di Abraham che fa un grandissimo lavoro, è molto generoso ma fa pochi gol e infine anche un altro centrocampista. In mezzo al campo si è trovata una certa solidità con Reijnders e Fofana, Musah può essere una discreta alternativa. Loftus-Cheek dipende se Fonseca lo vede da mediano e poi la valutazione finale verrà fatta su Bennacer. Se tornerà abile e arruolabile per il gioco di Fonseca credo che il Milan opererà poco, viceversa credo che un mediano e un paio di giocatori offensivi vadano presi».
La squadra di Fonseca può rientrare a pieno titolo nella corsa alla Champions League?
«Credo che il Milan da questo punto di vista sia una delle poche squadre che non deve guardare le altre. Se il Milan è quello di Madrid o del derby con l’Inter, da partita quasi perfetta, può giocarsela con tutte e centrare la Champions League. Se invece i rossoneri cadranno nell’errore di essere condizionati dai loro giocatori di maggior talento sarà più difficile. La Champions League del Milan passa dalla risoluzione definitiva delle situazioni legate a Leao e Theo Hernandez. Giocatori troppo importanti per fare due partite dentro e due partite fuori e in questo senso penso che debba intervenire la società».
Dando uno sguardo più ampio alla Serie A, chi vede come favorite per il tricolore e per i piazzamenti europei?
«Reputo l’Inter l’assoluta favorita per lo scudetto mentre per la Champions quest’anno vedo favorita in maniera prepotente l’Atalanta, il Napoli che sta facendo un grande campionato e poi mi piace da impazzire la Lazio. Ovviamente in corsa oggi c’è anche la Fiorentina che però a causa dell’organico non so se riuscirà a tenere questo ritmo anche se ora sta meritando la posizione che ha oggi. Poi c’è la Juve, il Milan se la vedrà con queste squadre qua. Non vedo un ritorno della Roma e non vedo sorprese come il Bologna lo scorso anno. Possono esserlo Lazio e Fiorentina che sono già dentro».
Infine una domanda sul momento della Nazionale: cosa ne pensa della ripartenza di Spalletti dopo l’Europeo fallimentare?
«Credo che Spalletti sia subentrato alla guida della Nazionale con pochissimo tempo a disposizione quindi ha ripreso il lavoro di Mancini cercando di plasmarla secondo le sue idee. Durante l’Europeo ha capito che una Nazionale è completamente diversa da una squadra di club e credo che per lui sia stata importante come esperienza. L’ha segnato. Mi è piaciuto invece il post Europeo, da quell’insuccesso si può creare qualcosa di importante con scelte precise e un atteggiamento tattico ben definito. Ho grandissima fiducia in Spalletti che è un allenatore bravissimo e sta diventando un selezionatore bravissimo e una persona molto intelligenti. Penso che questa volta ci qualificheremo senza problemi».
SI RINGRAZIA CRISTIAN BUCCHI PER LA DISPONIBILITA’ DIMOSTRATA IN QUESTA INTERVISTA