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·6 November 2025

Champions, i ricavi delle italiane a metà girone: Inter al top, Napoli ultimo

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La prima fase dell’edizione 2025/26 della UEFA Champions League è giunta al giro di boa. Le formazioni impegnate nel torneo hanno disputato quattro partite e lo stesso vale per le italiane Inter, Juventus, Atalanta e Napoli. Se i nerazzurri di  Milano hanno portato a termine un percorso netto finora (4 successi e 12 punti), il cammino degli altri club di Serie A è stato più complicato.

Positivo il trend dell’Atalanta, che si trova a quota 7 punti (e al 16° posto) grazie a un successo pesante in trasferta contro il Marsiglia.  Il Napoli, invece, di punti ne ha 4, figli di prestazioni e risultati poco convincenti finora: i partenopei occupano il 24° posto (l’ultimo disponibile per i playoff), ma dovranno alzare i giri del motore per qualificarsi. Infine, la Juventus. I bianconeri non hanno ancora vinto e sono attualmente fuori dai piazzamenti validi per andare avanti: la trasferta con il Bodo Glimt sarà già fondamentale.


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Il nuovo format della Champions League, introdotto a partire dalla stagione 2024/25, ha portato a due conseguenze: più partite in programma, a cominciare già dalla prima fase (otto gare per ogni club, contro le sei attuali) e maggiori ricavi dalla competizione. La UEFA ha infatti annunciato la distribuzione di 2,47 miliardi di euro alle società, contro i circa 2 miliardi a stagione versati nel ciclo 2021-2024.

Soldi che contribuiscono ad aumentare i ricavi dei club partecipanti, motivo per cui ogni singolo punto conquistato si tramuta in un boost economico. Ma quanto hanno incassato finora le protagoniste della Serie A nella manifestazione? Calcio e Finanza ha stimato i ricavi di Inter, Juventus, Atalanta e Napoli sulla base del percorso portato a termine fino a questo momento, per un totale che sfiora i 200 milioni di euro.

Premi Champions italiane – Il bonus per la partecipazione

Iniziando con il bonus per la partecipazione, ciascuno dei 36 club che si è qualificato per la prima fase ha ricevuto 18,62 milioni di euro (cifra in crescita rispetto ai 15,64 milioni del ciclo 2021-2024), quota suddivisa in un acconto iniziale di 17,87 milioni di euro e un saldo successivo di 750.000 euro.

Premi Champions italiane – Bonus risultati e posizione in classifica

Passando ai bonus per i risultati, ricordiamo che le vittorie (2,1 milioni) e i pareggi (700mila euro) valgono un po’ meno rispetto al ciclo precedente (rispettivamente 2,8 milioni e 930mila euro). Tuttavia, un bonus extra è previsto per il piazzamento nella classifica finale: ogni club riceverà una somma basata sulla sua classifica al termine della prima fase.

L’importo totale disponibile per il bonus sarà diviso in 666 quote uguali. Il valore iniziale di ogni quota sarà di 275mila euro. La squadra con la classifica peggiore (ultimo posto) riceverà una quota sola (275mila euro), mentre chi vincerà il girone incasserà ben 36 quote. Eventuali risparmi derivanti dai pareggi nella prima fase aumenteranno proporzionalmente il valore iniziale delle quote distribuite per ogni posizione, cosa che sicuramente accadrà.

Per le stime abbiamo utilizzato la quota minima che le italiane potranno incassare, pari a 275mila euro. Un dato che sicuramente sarà rivisto al rialzo dal momento in cui è inverosimile che una tra Inter, Atalanta, Juventus e Napoli chiuda il proprio percorso addirittura all’ultimo posto. Con il passare dei turni i piazzamenti saranno più chiari e sarà possibile aggiornare le stime al rialzo.

Premi Champions italiane – I bonus del pilastro “value”

Infine, i ricavi legati alla Champions League si completano con le somme derivanti dal pilastro “value”, un nuovo segmento pensato dalla UEFA per accorpare market pool (il valore del mercato dei diritti televisivi) e il ranking storico/decennale. La somma complessiva che sarà distribuita andrà divisa in due parti:

  1. La parte europea – legata al mercato dei diritti tv del continente, distribuita in base a un ranking creato utilizzando la media tra il peso del singolo mercato nazionale a livello economico (il Paese che “paga” di più per i diritti) e il ranking UEFA su cinque anni;
  2. La parte non europea – legata al ranking storico/decennale, la classifica che ordina i club sulla base dei risultati raggiunti nelle coppe europee negli ultimi dieci anni. Sono esclusi però i punti guadagnati per i titoli conquistati nella storia, che un tempo erano invece presenti.

Per calcolare la quota europea spettante a tutti e quattro i club italiani, siamo partiti da due assunti. Il primo riguarda la divisione della cifra totale che sarà distribuita per il pilastro “value” tra parte europea e parte non europea. Secondo quanto comunicato dalla UEFA nei documenti sui premi del torneo, gli 853 milioni di euro da distribuire sono così ripartiti: parte europea al 73% (623 milioni di euro circa) e parte non europea al 27% (230 milioni di euro circa).

Il secondo assunto riguarda invece la posizione del mercato italiano dei diritti tv della Champions League rispetto agli altri mercati nazionali. Considerando il market pool complessivo della passata stagione e avendo verificato – sulla base delle indiscrezioni di stampa – un sostanziale mantenimento dello status quo anche per il ciclo 2024-2027, abbiamo posizionato il mercato italiano dei diritti tv al quinto posto per valore dietro a Francia, Inghilterra, Spagna e Germania.

Premi Champions italiane – Inter davanti a tutte, Napoli in coda

Aggiungendo all’ultima voce descritta anche i bonus per la partecipazione e i bonus minimi per i risultati e per la classifica (l’ultimo posto nella graduatoria, seppur inverosimile) scopriamo che l’Inter è la squadra che ha incassato di più da questa Champions toccando quasi quota 60 milioni di euro. Al secondo posto troviamo la Juventus, che nonostante un percorso non ottimale e grazie a una cifra di partenza importante riesce a conquistare il secondo gradino del podio: 48 milioni. Terzo posto per l’Atalanta, che raggiunge quasi quota 47 milioni di euro fino a questo momento. Chiude il Napoli, che si ferma invece a poco meno di 44 milioni, a causa soprattutto del percorso fatto registrare finora, ma anche di una quota di partenza più bassa per quanto riguarda la distribuzione dei premi del cosiddetto pilastro “value” spiegato sopra.

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