Corazzi: «Mi hanno colpito due cose dalla conferenza di Inzaghi, Frattesi mi ha fatto una confessione. Col PSG l’Inter se la può giocare, ecco come» – ESCLUSIVA | OneFootball

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Inter News 24

·30 May 2025

Corazzi: «Mi hanno colpito due cose dalla conferenza di Inzaghi, Frattesi mi ha fatto una confessione. Col PSG l’Inter se la può giocare, ecco come» – ESCLUSIVA

Article image:Corazzi: «Mi hanno colpito due cose dalla conferenza di Inzaghi, Frattesi mi ha fatto una confessione. Col PSG l’Inter se la può giocare, ecco come» – ESCLUSIVA

La finale di Champions di domani tra PSG e Inter e lo scudetto vinto dal Napoli, raccontati da Emanuele Corazzi, in esclusiva a InterNews24

L’atmosfera di Appiano Gentile nei giorni che portano alla finalissima di Champions League di domani tra PSG e Inter, i punti di forza dei parigini e quelli dei nerazzurri e i rimpianti per lo scudetto perso: questi e tanti altri temi sono stati trattati da Emanuele Corazzi in esclusiva a InterNews24. Il giornalista e direttore di Cronache di Spogliatoio, ha presentato la finale di domani sera a Monaco di Baviera tra la squadra di Luis Enrique e quella di Simone Inzaghi, commentando anche le voci sul futuro del tecnico nerazzurro e la girandola delle panchine in Serie A che è già cominciata.

Lei che era presente alla conferenza stampa di Inzaghi al media day in vista di PSG Inter: ha qualche aneddoto da raccontarci oppure ci può descrivere l’atmosfera che si respirava ad Appiano Gentile?«C’era Henry per la CBS che intervistava Thuram e sono rimasto colpito dal saluto tra i due: è stato un saluto lunghissimo, sembravano due fratelli. Quando Thuram racconta di questo rapporto con Henry, che è stato compagno del padre ed è stato un po’ un mentore per lui, l’ho proprio tastato. Mi hanno colpito due cose dalla conferenza di Inzaghi: intanto il fatto che ha ripetuto una quantità infinita di volta le parole Bayern e Barcellona, credo che sia la stessa cosa che fa con la squadra come se fosse un esercizio di autostima. L’impressione che ho avuto è che Inzaghi volesse un po’ rivendicare delle cose. Anziché arrivare lì col senso di colpa per non aver vinto lo scudetto, rivendicare il fatto di dire “Ho delle offerte, ho bisogno anche di una squadra competitiva. Se a Conte prendono McTominay, Lukaku, Gilmour, Billing… Anch’io voglio questa cosa qua, io che a Oaktree ho portato tanti guadagni grazie ai risultati”. Quindi ho avuto questa impressione qua, di un Inzaghi che, seppur sempre molto garbato e gentile, sbattesse un po’ i pugni sul tavolo».


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Tante le voci sul futuro di Inzaghi che rischiano di destabilizzare l’ambiente in vista della partita più importante della stagione. Qual è il suo pensiero in merito? Pensa che possa accettare l’offerta faraonica dall’Arabia Saudita?«Non credo che queste voci destabilizzino perché l’Inter mi sembra un gruppo molto compatta, con i suoi pregi e i suoi difetti, però mi è sembrato un gruppo molto compatto. Ho visto facce molte concentrate in chi nel DNA è più propenso alla tensione… Penso a Lautaro che si vedeva che la sentiva: mentre Carlos Augusto girava scherzando, lui e Calhanoglu erano molto seri. Non credo che questa cosa mini più di tanto la vigilia, del resto l’Inter ha vinto il Triplete con Mourinho che è andato a Madrid e quella voce girava già da un po’. È il destino dei grandi quello di essere corteggiati. Sul fatto che Inzaghi vada a Riyadh, dove non credo che la qualità della vita sia eccezionale, mantengo delle riserve. Potrei invece diversamente – ma siamo nel campo della logica – capire che se dovesse vincere potesse ritenere concluso il ciclo all’Inter, questo sì. Magari potrebbe pensare anche di rimanere fermo, di imparare l’inglese… Però molto dipenderà dal risultato secondo me, farà la differenza nella testa di Inzaghi e anche in quella dell’Inter».

Campionato che si concluso con la vittoria del Napoli di Conte. L’Inter termina seconda con 1 punto di distacco e tanti rimpianti: è d’accordo con chi dice che sia stato uno scudetto buttato dalla squadra di Inzaghi?«Io credo che non vadano tolti i meriti a Conte, così come quelli a De Laurentiis e a tutti coloro che hanno costruito questo scudetto. Azzeccare tutti i colpi di mercato, prendere giocatori funzionali, far rendere tutti i giocatori della rosa – penso a Juan Jesus, Spinazzola, Raspadori, Olivera… – è un merito. Queste cose non si cancellano. Dopodiché mi sembra altrettanto abbastanza algebrico che se l’Inter avesse fatto 90 punti avrebbe vinto lo scudetto. Proprio per una questione matematica. Il Napoli ha fatto quel campionato lì, ha vinto punto a punto, Conte è fortissimo quando deve andare di testuggine punto a punto… L’altro giorno ho intervistato Frattesi e mi ha detto “Sai, ogni tanto la testa alla Champions inevitabilmente ti va”. Quello credo che sia una cosa un po’ fisiologica e un po’ anche un peccato. È un peccato per l’Inter perché comunque lo scudetto lo potevi vincere ed è uno scudetto perso».

In questi giorni stiamo assistendo alla girandola di panchine in Serie A, con alcuni addii anche a sorpresa: il Napoli alla fine è riuscito a trattenere Conte; Allegri al Milan può far bene? E alla Juve pensa che possa davvero rimanere Tudor?«Credo che il Milan avesse puntato prima di tutto Italiano, perché la combo Tare + Italiano sarebbe significato due che arrivano con energia positiva, avrebbe portato all’ambiente una carica incredibile. Poi Italiano era difficile da strappare a Saputo e gli hanno rinnovato il contratto. Allegri era l’alternativa perché è uno che conosce la piazza, molto aziendalista, che sicuramente deve rinnovare il gioco. Allegri deve rinnovare il gioco e credo che molto passerà dai membri dello staff, da quanto riuscirà a modernizzare questo gioco. Se pensiamo a com’era il Milan e a com’è, ha fatto un bello step a livello di essere competitivi. Adesso arriverà tutta la parte della gestione dei prestiti, con Saelemaekers che sembra vogliano tenere, e dopodiché ci sarà il mercato. Adesso che hai il DS e l’allenatore si può fare.

Conte? Ho avuto la sensazione di un allenatore che ha avuto tantissime pressioni: il Napoli che gli offre un mercato importante, De Bruyne che è sull’uscio della porta, la famiglia che si trova bene a Napoli… Dall’altra parte la corte della Juve. Alla fine ha deciso di rimanere a Napoli, convinto da De Laurentiis.

Se Tudor rimane alla Juve? Possibile ma non certo. La Juve si è anche risistemata a livello societario, mentre prima Giuntoli aveva tutti i poteri accentrati adesso si darà importanza a determinate figure. Comolli farà il direttore generale, Chiellini il vicepresidente con un fortissimo mandato sulla parte sportiva, viene riportato dentro Tognozzi, di campo. Smarriti dalla scelta di Conte di restare al Napoli, stanno adesso valutando se tenere Tudor: hanno sondato Gasperini, che però ha più di un accordo con la Roma, Mancini e Pioli».

Mancano pochissimi giorni a PSG Inter. Nerazzurri che arrivano alla finale in maniera totalmente diversa rispetto a quella di Istanbul contro il Manchester City. Quale squadra vede favorita tra le due?«Io credo che il PSG rispetto al Barcellona abbia meno difetti palesi, per quanto il Barcellona avesse dei pregi palesi. Il PSG è una squadra ben organizzata, con dei terzini che spingono e che ogni tanto lasciano dei buchi. In questo sono sicuro che l’Inter avrà già studiato le modalità per colpire. Il PSG è una squadra forte. Ha eliminato il Liverpool, ha dimostrato che la chimica conta più dei palloni d’oro, perché via Neymar, via Messi, via Mbappé… Luis Enrique e Campos hanno puntato su giocatori funzionali, non egoisti, che sul campo hanno una resa pazzesca. Basti pensare a Vitinha o agli stessi giocatori davanti. Ad esempio Dembelé a me ha sorpreso perché finalmente ha espresso il suo potenziale. Kvaratskhelia si è inserito a meraviglia, Doué ha praticamente tolto il posto a Barcola. Non mi piace fare pronostici, ed in questo caso è anche complesso: dico che il PSG è una squadra forte, non invincibile. L’Inter ha dalla sua l’esperienza di aver giocato già una finale con un gruppo che in sostanza è rimasto lo stesso, quindi ci arriva sapendo cosa vuol dire fare una finale. È una squadra quadrata che punterà su quelle che sono le sue qualità: ovvero stare in campo molto bene, e non dimentichiamoci che l’Inter col Barcellona ha fatto 7 gol! Sicuramente se la può giocare, non è come la finale col Manchester City. È una partita un po’ più aperta, col PSG che lo vedo leggermente favorito».

Ronaldo il Fenomeno ieri ha fatto riferimento alle lacrime di Lautaro dopo la partita con il Como. La delusione per questo scudetto perso credi possa essere tramutata in benzina dai nerazzurri per la finale di domani?«Sicuramente sì. Al media day ho visto un gruppo molto serio, che secondo me è consapevole che lo scudetto doveva vincerlo e quindi a maggior ragione proverà ad azzannare la partita. Dovranno giocarla al meglio. Se fossi un giocatore dell’Inter, a differenza del campionato, spererei di uscire dal campo senza rimpianti. Perché la verità è che dal campionato sei uscito con dei rimpianti, le lacrime di Lautaro sono le lacrime dei rimpianti. La corsa di tutta la panchina al gol del 2 a 1 di Dumfries con la Lazio è quella di una squadra che ci crede, che esce con dei rimpianti che avrà per sempre. Se giochi la finale al meglio ma poi la vincono gli altri, rosichi però l’hai giocata al meglio e non hai rimpianti. Per il campionato l’Inter i rimpianti li ha. Partite come quella con la Roma ti lasciano un po’ addosso la sensazione che potevi far di più».

Mancano pochi giorni anche al ritorno in campo della Nazionale di Spalletti. E’ rimasto sorpreso da alcune scelte nelle convocazioni del CT, come il ritorno di Orsolini e quello di Acerbi? Che sensazioni ci sono per le qualificazioni al Mondiale?«Credo che Spalletti sia una persona intelligente. Credo che l’esclusione di Orsolini fosse prettamente tattica, perché giocando col 3-5-2 lui è un po’meno adattabile di Politano, che volendo ha fatto anche con Conte l’esterno a 5. È un allenatore intelligente che deve premiare chi ha fatto molto bene in campionato: Orsolini ha segnato come un attaccante pur non giocando tutte le partite da titolare, quindi mi sembra giusto anche come messaggio che mandi a coloro che disputano il campionato. Io continuo a pensare che l’Italia avrebbe solo bisogno di passare 3 mesi insieme, come un club, e costruire. Perché secondo me l’Italia ha tanto… Ha tanti giocatori forti, non vedo una squadra che è incredibilmente forte in giro. Sicuramente la Spagna è più forte, però se noi siamo l’Italia e dobbiamo preoccuparci della Norvegia abbiamo un problema. Spero che l’Italia non sia preoccupata della Norvegia, non vada con presunzione ma vada consapevole di essere l’Italia. Io intervistai Mancini per il documentario per Moratti, quando ero a Dazn… Ad un certo punto prendiamo l’ascensore insieme e gli chiedo “Ma tu veramente pensi che l’Italia possa vincere l’Europeo?”. Lui mi risponde di sì: “Lo penso veramente, se non lo penso io come lo fanno a pensare i giocatori?”. Se ci pensi è così. Questa è l’Italia: è una squadra con alcuni difetti come i 3 difensori mancini, non ha un regista di grandissimo livello, non ha una seconda punta fortissima… Ma in giro non vedo squadre perfette, Norvegia per prima».

Si ringrazia Emanuele Corazzi per la disponibilità e la gentilezza mostrate in questa intervista.

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