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·21 February 2025
💥 Costacurta duro su Theo: “Atteggiamento inaccettabile: o si rimette in riga o cambi aria”
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·21 February 2025
L’iconico ex difensore del Milan, Alessandro ‘Billy’ Costacurta, è intervenuto ai microfoni di Repubblica soffermandosi sulla recente eliminazione del Diavolo dalla Champions League per mano del Feyenoord e – inevitabilmente – anche sull’imperdonabile doppio cartellino giallo rimediato da Theo Hernandez che ha compromesso una gara, sino a quel momento, totalmente dominata dai rossoneri. Ecco quanto ripreso da MilanNews.it:
“Un anno fa noi italiani sembravamo i padroni d’Europa, ora ci lecchiamo le ferite. Ma quello non era il Risorgimento e questa non è una ricaduta nel Medioevo. L’eliminazione di Milan, Atalanta e Juve è stato solo un infortunio collettivo”.
Hanno vinto squadre di Olanda e Belgio. La mappa del calcio europeo sta cambiando? “Non credo che Bruges, Feyenoord e Psv, la migliore del trio, arriveranno ai quarti. Nel calcio ci sono le categorie, per citare Max Allegri. Ad arrivare in fondo saranno le squadre davvero forti, a partire dal Real Madrid di Carlo Ancelotti, che fino all’altro ieri molti in Spagna avrebbero voluto vedere in corrida al posto del toro, ma che stracciando il City ci ha ricordato qual è il suo posto”.
Atalanta, Milan e Juve hanno commesso errori simili? “A tutte e tre sono mancate umiltà e intensità, per citare Sacchi e Capello. Ma ogni eliminazione ha la sua storia. L’Atalanta, che per prestazioni nel girone è stata seconda solo al Liverpool, non ha avuto la solita prepotenza fisica. Il Milan ha giocato bene per 51 minuti, ma ha pagato un’andata disastrosa, oltre alla follia di Theo. La Juve ha giocato bene tre tempi su quattro, ma non ha ancora qualità sufficiente nei singoli. La vittoria in campionato con l’Inter è stata esaltante, ma è stato un episodio”.
Ai suoi tempi la cifra del calcio italiano era la difesa. Oggi? “Molte squadre tentano di uscire dalla tradizione, facendosi più europee e dinamiche. Ce l’hanno fatta Inter e Atalanta. Ci stanno provando il Milan, con Fonseca e Conceiçao, e la Juve con Thiago”.
Dal sigaro di Riad è passato un mese e mezzo. Come giudica il lavoro di Conceiçao? “Idem come sopra. Gli servono tempo e giocatori all’altezza. Si sopravvaluta spesso il ruolo degli allenatori, e la loro capacità di determinare il clima nello spogliatoio. Pippo Inzaghi stava male prima delle partite, non bene. Eppure segnava come nessuno”.
Da compagno di squadra, cosa avrebbe detto a Theo Hernandez per il doppio giallo? “Mi sarei incazzato come una bestia. Due pirlate così non si giustificano. O si rimette in riga o deve cambiare aria. Da uno dei migliori terzini al mondo, un atteggiamento simile è inaccettabile. Corre sulla fascia che è stata di Paolo Maldini”.
A proposito, nel passaggio da Maldini a Ibra, cosa è cambiato al Milan? “Paolo ha il giusto distacco dalle cose e un’intelligenza analitica. Per questo è stato il miglior difensore della storia e un grande manager. Il suo scudetto resta un miracolo. Zlatan ha carisma ma deve allenarsi nel giudizio. L’ultimo mercato è un buon segnale, ma è in formazione. Così come lo è Leao. Può diventare un campione, ma non lo è. Oggi la parola è abusata. Io non sono stato un campione, ma riuscivo a giocare con i fuoriclasse, la storia l’abbiamo fatta insieme. Servono impegno, atteggiamento, voglia di imparare”.