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·16 November 2025
Damiani: «A dire di qualcuno Cagliari e Lecce non interessa nessuno e cito testualmente. Probabilmente…»

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Le dichiarazioni di Gerry Cardinale, proprietario del Milan, rilasciate al podcast americano The Varsity, avevano acceso il dibattito nelle scorse settimane. L’imprenditore aveva affermato che «Negli Stati Uniti nessuno vuole vedere Cagliari contro Lecce», definendo il tema un problema economico per il calcio moderno.
A intervenire ora è Saverio Sticchi Damiani, presidente del Lecce, che ha risposto nel corso di un incontro nell’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Giuridiche, durante un seminario dedicato agli studenti di Diritto e Management dello Sport.
Il numero uno giallorosso ha evidenziato l’importanza di tutte le squadre nel sistema calcistico italiano, ribadendo il valore sportivo ed economico delle realtà medio-piccole! Vi riportiamo le sue parole riportate da pianetalecce.it:
CONTRARIETA’ – «Io sono profondamento contrario a questo tentativo che c’è in atto, che è molto serio e concreto, di ridurre la Serie A a 18 squadre. Addirittura qualcuno la vorrebbe a 16. A dire di qualcuno Cagliari e Lecce non interessa nessuno e cito testualmente. Probabilmente non tiene conto della tradizione del calcio in Italia e delle province».
STORIA LECCE – «La storia che sta scrivendo il Lecce in questi anni è una bella storia di raccontare. Secondo me la Serie A di questi anni sarebbe stata meno interessante. Abbiamo raccontato in questi quattro anni partite epiche, giocatori che partendo dalla Primavera giocano al Manchester United, 22mila abbonati, 5mila tifosi in trasferta. Tutto questo, con 16 o 18 squadre, non si racconterà più».
PREMIER LEAGUE – «La vera concorrenza non sono le altre 19 squadre di Serie A: è la Premier League. Quello è un buco nero economico che drena ricchezza dal continente. Hanno quasi quattro volte le entrate televisive delle altre leghe europee — ed è un problema. Eppure, in Serie A, l’ultima può battere la prima in qualsiasi giornata. È la lega più competitiva, ma non veniamo pagati per questo».
DIRITTI INTERNAZIONALI – «Non possiamo ottenere accordi significativi per i diritti internazionali. Perché? Perché i distributori vogliono solo “il meglio”, da cui nasce il fenomeno della Superlega».
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