Calcionews24
·12 September 2025
D’Amico: «Casi Lookman e Koop duri da gestire. Ecco il mio miglior colpo. Milan? Lette troppe cose»

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·12 September 2025
In un’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, il direttore sportivo dell’Atalanta, Tony D’Amico, ha toccato diversi argomenti: partendo dai suoi trascorsi da calciatore, il focus si è poi spostato sulle attuali strategie di mercato del club, con un approfondimento sulla sua sinergia lavorativa con la famiglia Percassi.
COLLABORAZIONE CON PERCASSI – «Difficile all’inizio, molto formativa: a Verona ero troppo istintivo a volte, mi è servito a disciplinarmi. Ma i miei principi restano gli stessi: lealtà, rispetto, l’importanza di risolvere problemi quotidiani».
VOCI SUL MILAN – «Ho letto troppe cose: di sicuro non mi sono mai sentito, neanche per un giorno, fuori dall’Atalanta».
MIGLIOR COLPO – «Il colpo più importante? Quello che verrà. Potrei dire Amrabat preso in prestito e rivenduto a 20 milioni. Ma anche Zaccagni, trovai la chiave per aiutarlo a maturare caratterialmente. In ordine d’importanza non saprei scegliere. Il rimpianto? Quando ero a Verona, Scamacca: non spinsi abbastanza per prenderlo dal Sassuolo. Un aneddoto? Io e Margiotta chiusi in una stanza di un hotel a Milano dalle 12 all’una di notte per strappare Dawidowicz al Palermo, vietando ai suoi agenti di usare i telefoni, senza mangiare. E preso il giocatore ripartiamo, ma buchiamo in tangenziale: bloccati fino alle quattro del mattino».
KOOPMEINERS E LOOKMAN – «Casi molto simili e non piacevoli da vivere. Devi gestire l’oggi dimenticando che sono ragazzi con cui ieri hai vissuto mille cose. Sei costretto ad andare oltre certe emozioni che hai ancora addosso: è dura».
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