Juventusnews24
·14 November 2024
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Michele Di Gregorio, portiere della Juve, ha così parlato in un’intervista a Sportitalia. Le dichiarazioni dell’estremo difensore bianconero.
MOMENTO DELLA JUVE – «Essendo una squadra con tanti innesti nuovi e molto giovane, la seconda più giovane del campionato, siamo sulla strada giusta. Lavoriamo nella stessa direzione, seguendo quello che dice il mister. Ci sono tante squadre in pochi punti e ci siamo anche noi, credo che per adesso sia un bilancio positivo».
CAMBIO DI VITA DA QUANDO E’ ALLA JUVE – «E’ cambiato un po’ tutto, dalle strutture al modo di lavorare e anche gli obiettivi, le pressioni. Però è una sfida, un’esperienza bellissima anche se sono passati solo pochi mesi».
FEELING CON LO STAFF DI THIAGO MOTTA – «Più lavori insieme, più passi del tempo insieme e più ti conosci e capisci le richieste. Si sta vedendo ultimamente un atteggiamento di una squadra compatta, molto unita, che vuole lottare su tutti i palloni in tutte le partite per fare il massimo. Più passa il tempo e più le cose andranno sempre meglio».
EREDITA’ DI BUFFON E PARAGONE CON PERUZZI – «E’ inevitabile. Già prima di mettere piede qui è la prima cosa a cui ho pensato. Sono passati dei portieri fortissimi. Buffon che ha fatto la storia del calcio e del ruolo. E’ bello e mi sprona molto. Peruzzi? E’ un paragone a livello di caratteristiche credo e magari anche estetico, essendo non troppo alti e con fisicità importante. Mi fa piacere, Peruzzi è stato un portiere incredibile».
SE PARLANO DI SCUDETTO IN SPOGLIATOIO – «In verità no. Parliamo di cercare di allenarci sempre bene, il livello va tenuto alto quotidianamente, guardando partita dopo partita sia in campionato che in Champions League. Cerchiamo di fare sempre la miglior prestazione possibile».
JUVE IN EUROPA – «Guardando un po’ il percorso fatto fino a oggi, che abbiamo 7 punti, siamo a metà classifica. Siamo ancora ampiamente in corsa, come già ho detto per il campionato».
OBIETTIVO NAZIONALE – «Sono molto felice per la prima chiamata. Come di giocare in Serie A e in Champions si sogna anche la Nazionale da bambini. La prima convocazione era un obiettivo, così come sarà un obiettivo riuscire a entrare nel gruppo per restarci il più a lungo possibile».
COME NASCE L’ARRIVO ALLA JUVE – «Nasce che finito il campionato, poi passa qualche giorno e il mio procuratore, dopo una chiacchierata di fine stagione. mi ha detto che c’era questa possibilità. Normale che sono rimasto un po’ spiazzato, perché comunque sapevo di aver fatto una buona stagione, ma ci vuole qualche giorno per realizzare quando si presenta un’opportunità come la Juve. E’ stata un’emozione molto bella e forte».
LA SUA CARRIERA – «Tornassi indietro rifarei tutte le scelte che ho fatto perché mi hanno formato sia come calciatore che come uomo partendo appunto dalla C dove comunque ti scontri con realtà molto diverse da quelle che sei abituato ad affrontare nel Settore Giovanile. Quindi ti formano davvero tanto. E il fatto di aver fatto un percorso dove ho sempre ambito a giocare, non mi importava dove e in che categoria, mi ha aiutato nel minutaggio, nello sbagliare e migliorarmi. Quindi si, rifarei tutto. Monza? Quattro anni molto belli, quattro anno vissuti con un obiettivo che era quello di andare in Serie A. Ed esserci riusciti è stato emozionante sia personalmente che per tutto il mondo Monza, per la presidenza. E’ stato veramente bello e anche i due anni in Serie A sono stati molto difficili, perché l’impatto con la Serie A è sempre differente. Però ci siamo tolti delle soddisfazioni, quindi, per me, sono anni che porterò con me per sempre».
ALLENATORE CHE GLI HA CAMBIATO LA CARRIERA E PARATA PIU’ BELLA – «Ma a livello di preparatori credo di essere stato comunque fortunato, di aver incontrato preparatori diversi l’uno dall’altro, ma da cui ho potuto estrapolare qualche dettaglio o qualche concetto diverso. Un po’ tutti. Sicuramente essermi allenato due anni con Magni mi ha aiutato perché lui arrivava da una società grande come il Milan e aveva già lavorato con portieri come Donnarumma. E anche lui mi è stato di grande aiuto. La parata? La prima che mi viene in mente adesso che sono qua è proprio in Juve-Monza quella su Di Maria. La ricordo con piacere».
SOGNO NEL CASSETTO – «Sicuramente se dovessi esprimere un sogno lo farei al massimo e sarebbe quello di aver vinto tutto. E poi dopo c’è la realtà, ci sono gli avversari, ci sono i percorsi. E quindi non è mai semplice vincere. Però questo è il mio sogno: cercare di fare una stagione importante e aiutare la società, la squadra, i miei compagni, di dare il mio massimo e poi cercare di raccogliere tutto quello che si può raccogliere».