Calcionews24
·3 May 2025
Dino Baggio: «Il sistema era marcio, dopo il gesto all’arbitro Farina mi hanno fatto fuori dalla Nazionale. Non è stato Moggi a farmi fuori dalla Juve ma altri due…»

In partnership with
Yahoo sportsCalcionews24
·3 May 2025
Al Mondiale del 1994, quello che vide l’Italia perdere in finale col Brasile ai rigori, i Baggio nella Nazionale di Sacchi erano due: Roberto, il fuoriclasse assoluto, e Dino, il centrocampista che fece anche gol pesanti e diede un contributo rilevante alle sorti della squadra. A La Gazzetta dello Sport l’ex Juve e Parma, tra i tanti club attraversati, si è raccontato in un’intervista.
IL PRIMO RICORDO DI USA ’94 – «Il caldo tremendo, soffocante. Negli spogliatoi con l’aria condizionata c’erano 18 gradi, uscivi in campo e ne trovavi 40. Ci allenavamo alle 7,30-8 del mattino. Poi negli stadi c’erano i riflettori accesi anche di giorno e gli stadi alti e stretti non facevano passare l’aria. Correvi mezzora ed eri morto: davvero durissima».MEGLIO L’ITALIA DEL 1994 O QUELLA DEL MONDIALE DOPO – «Forti uguali, due grandi squadre con filosofie diverse ma tanta qualità. Se non avessimo incrociato la Francia nei quarti, avremmo vinto il Mondiale nel 1998. E comunque… sempre i rigori».PERCHÉ LASCIO’ LA JUVE – «Perché cambiò la dirigenza. Furono Giraudo e Bettega a decidere, prima ancora che arrivasse Moggi. Poi fu lui a venire in America durante il Mondiale per trovare un accordo. Io non volevo andare via, stavo benissimo, ma Moggi mi disse che non poteva fare più nulla. Avevo avuto problemi a un ginocchio e forse alla Juve non si aspettavano che potessi fare quel Mondiale strepitoso. Magari si pentirono. Comunque al Parma ho vissuto sette anni meravigliosi, lì ho ancora tanti amici».IL GESTO DEI SOLDI ALL’ARBITRO FARINA – «No, lo rifarei. Non ce l’avevo con Farina, con cui mi sono chiarito poco prima che morisse. Ce l’avevo con un sistema marcio. E la pagai cara: ero titolare fisso in Nazionale e non fui più chiamato. Mai più. Il presidente federale Nizzola mi disse che era una sospensione temporanea, ma fu definitiva. Zoff era un padre per me, mi faceva giocare anche con una gamba rotta, ma non poté più convocarmi. Avevo fatto arrabbiare qualcuno».IL FALLO ERA DA ESPULSIONE – «Oggi sì,all’epoca no…».