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·30 July 2025
Diritti TV, la Premier domina: il solo Liverpool incassa quanto Inter, Napoli e Milan sommati

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·30 July 2025
Mentre in Italia si discute ancora se 81 milioni per l’Inter siano troppi o troppo pochi, in Inghilterra il Liverpool festeggia con un assegno da oltre 212 milioni di euro solo per la stagione 2024/25. Altro che “diritti tv alla pari”: nel confronto con la Premier League, la Serie A sembra giocare un altro campionato — uno dove però, a fine anno, i bilanci piangono.
Secondo un’analisi di The Athletic rilanciata da Calcio e Finanza, la Premier League ha distribuito più di 3,4 miliardi di euro tra i suoi venti club. Una cifra che straccia il calcio italiano, fermo a circa 900 milioni netti, già decurtati del paracadute per le retrocesse e dei versamenti alle categorie minori. Praticamente, per ogni euro che entra in Serie A, ne entrano quasi quattro nel campionato inglese. E no, non è una differenza spiegabile solo con l’appeal internazionale. Basti pensare al confronto tra Napoli e Arsenal, entrambi secondi in questa speciale classifica dei ricavi da diritti TV: l’Arsenal incassa oltre il 204% in più rispetto al club campione d’Italia. Una differenza abissale, che mette in luce quanto la Premier non solo sia avanti, ma stia scavando un solco difficilmente colmabile.
Certo, i criteri di distribuzione non sono così diversi: in Premier, come in Serie A, c’è una quota uguale per tutti, una parte legata ai risultati e un’altra dipendente dalle partite trasmesse. La differenza sta nella forza commerciale e nella capacità di vendere il prodotto. I club inglesi, ad esempio, guadagnano cifre record anche dalla redistribuzione internazionale, voce che in Italia resta marginale. Basti pensare che il Southampton, retrocesso e ultimo nella classifica degli incassi, ha portato a casa 130 milioni di euro: quasi il doppio rispetto all’Inter, la prima della Serie A. La Serie A, nel frattempo, continua a spartirsi le briciole: 81,9 milioni all’Inter, 67,8 al Napoli campione d’Italia, poco più al Milan e meno ancora alla Juventus.
Il paradosso è che nel nostro paese si continua a parlare di “riforma”, ma la Legge Melandri (con annessa revisione Lotti) continua a regolare la ripartizione dei diritti con una rigidità che penalizza la crescita. Si assegna un 50% fisso, il 28% in base ai risultati sportivi e il restante 22% al cosiddetto “radicamento sociale”. Il problema è che i soldi da dividere sono sempre meno, e il sistema continua a premiare la mediocrità invece che incentivare l’innovazione. Il punto, però, è ormai evidente: la Premier League non è solo davanti, è in fuga. E finché in Italia si continuerà a trattare i diritti tv come un affare da spartire tra pochi senza visione collettiva, resteremo spettatori non solo del loro campionato, ma anche del loro business.
Andrea Alati