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Calcionews24

·20 November 2025

Dumfries Inter ecco la statistica che fa impazzire gli allenatori sull’esterno olandese

Article image:Dumfries Inter ecco la statistica che fa impazzire gli allenatori sull’esterno olandese

Dumfries Inter, le statistiche stagionali dell’esterno olandese che fanno capire i suoi punti di forza e anche quelli in cui le lacune sono maggiori

La doppia natura di un esterno sempre in bilico

Denzel Dumfries è uno di quei giocatori che sembrano vivere costantemente fra due mondi: devastante quando attacca, vulnerabile quando difende. Le statistiche stagionali confermano questa natura “a due facce”, con picchi altissimi nelle voci offensive e numeri preoccupanti in quelle difensive .


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Il dato più evidente è la sua capacità di incidere negli ultimi trenta metri. I numeri offensivi mostrano un impatto quasi da ala: 0.13 gol non su rigore per 90’ (percentile 90) e soprattutto un npxG al 96° percentile, segno che arriva in area con continuità e che le occasioni che genera sono tutt’altro che casuali. Non male per uno che nasce terzino e che ormai interpreta il ruolo di esterno a tutta fascia in modo molto personale, spingendo sempre, comunque, anche quando la squadra richiederebbe un minimo di gestione.

Dati che parlano chiaro: quando Dumfries parte palla al piede cambia la partita

Uno dei punti più sorprendenti della sua stagione è la capacità di trasformarsi da semplice cursore a vera arma per spaccare le difese. A livello di partecipazione offensiva, Dumfries è un outlier: 4.26 tocchi in area avversaria a partita, valore da 99° percentile, praticamente il migliore in Serie A nel ruolo.È il classico esterno che non si accontenta di accompagnare l’azione, vuole entrarci dentro, sporcarsi, finalizzare. Quando l’Inter si schiaccia e riparte, il primo riferimento verticale è quasi sempre lui.

E anche se il suo contributo in termini di assist resta modesto (0.00 a gara, 21° percentile), l’xAG dice che il potenziale c’è (0.13 per 90’, 64° percentile), ma non sempre trova rifiniture precise o letture pulite nell’ultimo passaggio. La parte più importante, per ora, è come arriva lì: progressive passes received da 90° percentile, vuol dire che è uno dei giocatori più trovati in profondità della sua posizione.

L’ombra che non scompare mai: le difficoltà difensive

Se l’attacco vola, la fase difensiva precipita. E i numeri lo raccontano senza pietà.Il dato più pesante è quello delle tackle+interceptions: appena 1.50 a gara, 4° percentile, un valore che per un esterno è estremamente basso. In generale, i duelli difensivi non sono la sua specialità: solo 1.00 tackle a partita (7° percentile) e pochi interventi risolutivi nella propria metà campo.

Anche sui contrasti individuali la sensazione è sempre la stessa: grande fisicità, grande corsa, ma letture lente, e una certa tendenza a inseguire l’azione invece di anticiparla. Lo si vede anche dal numero di blocchi (0.38, 4° percentile) e dalle pochissime recuperate. È un giocatore che difende più correndo all’indietro che aggredendo in avanti.

L’Inter lo usa in modo chirurgico, ma quando manca si vede

Se si osservano le sue ultime prestazioni gara per gara (dati delle sue ultime cinque apparizioni ufficiali) si nota un utilizzo molto “mirato”: tantissimi minuti quando la partita richiede ampiezza, gamba, attacchi alle spalle. Meno quando serve controllo, fraseggio, gestione paziente.

Il fatto che contro il Verona abbia toccato appena 17 palloni, mentre contro il Qarabag sia salito a 59, racconta quanto il contesto influenzi la sua prestazione: Dumfries rende al massimo quando c’è campo da attaccare, quando la partita si apre, quando l’Inter può correre.

E questo ci porta al punto più attuale.

L’incognita fisica che pesa sul derby: un’assenza che cambierebbe tutto

LEGGI ANCHE >>> In vista del derby di Milano, la presenza di Dumfries è in forte dubbio per un problema fisico accusato negli ultimi giorni. Ed è un’assenza che, più di quanto sembri, rischia di cambiare gli equilibri della partita.

Senza di lui, l’Inter perde: il suo principale sfogo in ampiezza, il giocatore più bravo ad attaccare lo spazio ma soprattutto una valvola di sfogo fondamentale per Lautaro e Thuram quando l’azione si incaglia centralmente.

Ma guadagna paradossalmente qualcosa in stabilità difensiva, perché Dumfries è sempre stato l’anello più fragile nelle transizioni difensive. Da questo punto di vista, un profilo più “controllato” come Darmian dà maggior sicurezza.

Il derby vive tanto sulle corsie, e la possibile assenza dell’olandese sposta parecchio peso tattico sul lato destro nerazzurro.

Conclusione: Dumfries resta un paradosso affascinante

Denzel Dumfries è un giocatore che divide, e il motivo è semplice: ciò che fa bene lo fa benissimo (a livelli quasi da attaccante esterno), ciò che fa male lo fa male davvero.Non esistono vie di mezzo: è esplosivo in avanti, vulnerabile dietro; è un’arma nelle partite rotte, un problema in quelle bloccate; è un laterale totale quando c’è spazio, un limite quando c’è da difendere posizionalmente.

Ed è proprio questa dualità che lo rende un personaggio perfetto da analizzare: non c’è niente di scontato in Dumfries.Può deciderti una partita, e può complicartene un’altra.

Ed è per questo che, nel derby, la sua eventuale assenza pesa più di quanto dica il semplice tabellino dei numeri.

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