Inter News 24
·2 December 2025
Esposito è il Golden Boy Italiano: «Il gol salvezza mi ha cambiato la carriera. È cambiato tutto in un attimo ma non mi accontento mai»

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Reduce dalla conquista del Golden Boy Italiano, Francesco Pio Esposito – attaccante classe 2005 dell’Inter – ha condiviso a Tuttosport le emozioni più forti del suo percorso. Il momento simbolo? L’ha indicato lui stesso: «Il gol salvezza in Spezia–Venezia: mi ha cambiato la carriera. Venivo da un anno complicato e non pensavo davvero di poter vincere questo premio». Una rete decisiva che aveva scritto la svolta della sua stagione in Liguria e che oggi assume un significato ancora più profondo.
Tra i passaggi più toccanti del suo racconto c’è il gesto del capitano nerazzurro, Lautaro Martinez, centravanti e leader dell’Inter: «Quando la notizia ha iniziato a circolare, Lautaro ha mandato sul nostro gruppo WhatsApp la foto di me col trofeo. Poi mi hanno scritto tutti. È stato bellissimo». Un riconoscimento non solo sportivo, ma anche umano, che testimonia la stima interna nei suoi confronti.
Il rapporto con Lautaro, spiega Esposito, è uno dei pilastri della sua crescita: «È un lavoratore incredibile. Se oggi lo vedete così è perché dà tutto, sempre. Per me è un leader vero. In ritiro mi ha accolto benissimo e fin dal primo minuto mi ha dato consigli da attaccante ad attaccante. Ma il messaggio che mi ha scritto quando ho ricevuto la prima convocazione in Nazionale è una cosa che porterò sempre nel cuore».
Un salto improvviso quello vissuto da Pio, catapultato dai prestiti alla ribalta della Serie A e della squadra di Cristian Chivu: «È cambiato tutto in un attimo, ma il mio equilibrio nasce dall’autocritica: non mi accontento mai. A volte non mi godo neanche le vittorie, perché penso già alla prossima partita. Penso che questo sia il mio segreto».
Infine, il paragone con un’icona della storia nerazzurra come Christian Vieri non lo spaventa, ma lo riempie d’orgoglio: «So benissimo chi è Bobo. Essere accostato a lui è un onore enorme».
Una maturità rara per un 2005, che ora guarda avanti con la consapevolezza di chi ha appena mosso i primi passi, ma già con l’impronta del predestinato.









































