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·18 February 2025
⚫🔵 Gazzetta – Inter, blitz di Marotta e della dirigenza alla Pinetina: bisogna gestire il momento difficile
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·18 February 2025
La Gazzetta dello Sport, attraverso il seguente editoriale, ha commentato il momento intenso e complicato vissuto dall’Inter: “L’Inter ieri non si è guardata allo specchio come avrebbe voluto. Il giorno di riposo post derby d’Italia ha evitato la seduta di psicanalisi, ma la ferita zampillava e zampilla ancora. Per questo ci si vedrà già oggi ad Appiano con la dirigenza al completo e non è una cosa per niente banale.
L’Inter è sospesa su un filo a metri di altezza, potrebbe percorrerlo fino alla fine e concludere in gloria, oppure precipitare rovinosamente con conseguenze imprevedibili: il confine è sottile, ma è meglio farsi coraggio fin da ora. È proprio questo il momento in cui l’Internazione prova a stringersi, capire, correggere: vorrebbe fare ciò finora non le è mai riuscito, imparare dai propri errori. Inizia, infatti, un mese che darà un’impronta definitiva alla stagione dei campioni bistellati: al Maradona a inizio marzo hanno la possibilità di regolare i conti con il Napoli e riprendersi quella vetta che sfugge sempre per qualche motivo, poi subito dopo sarà tempo di ottavi di Champions col rischio di una sfida fratricida. Nonostante il percorso europeo abbia dato tutt’altre certezze rispetto a quello italiano, l ’eventualità di incrociare di nuovo Milan o Juventus non fa felice nessuno.
Prima, però, c’è da gestire questo nuovo, inatteso attimo di difficoltà, il secondo in una settimana dopo l’agitato post Firenze. Proprio per cancellare le tracce lasciate della Juve e ripartire definitivamente, oggi arriva dunque alla Pinetina lo stato maggiore del club, a partire proprio dal presidente. Nel nuovo ruolo assegnato dalla proprietà Oaktree, Beppe Marotta non può più far visita al centro sportivo con cadenza giornaliera, una costante felice dei suoi anni nerazzurri. Proprio per questo, il fatto che oggi nessun dirigente sarà “assente” assume un significato particolare: è un intervento collettivo di pronto soccorso. Ci saranno il ds Piero Ausilio, il suo vice Dario Baccin, il vicepresidente Javier Zanetti e appunto il presidente a guidare la delegazione. Nessuno di loro era più abituato a perdere due partite di fila in trasferta, anzi i ko in totale sono già 5 in 36 partite contro i 4 in 49 gare della stagione passata. Se serviva un timbro per dimostrare che qualcosa non va, eccolo in carta bollata. In viale della Liberazione sanno che l’ultima annata aveva però caratteristiche uniche, probabilmente irripetibili, e per questo il paragone può essere straniante: in Italia, però, ci aspettava un percorso migliore vista la rosa superiore.
Non c’è voglia di drammatizzare, non voleranno stracci e non sono previsti faccia a faccia spigolosi: il dialogo costante tra tecnico, squadra e società si arricchirà solo di un capitolo, ma in un momento decisivo per davvero. La squadra è pur sempre seconda a due tiri di schioppo dal Napoli: nonostante l’ultimo rallentamento, l’Inter ci crede come prima e la dirigenza vorrebbe proprio ripartire dal primo tempo audace allo Juve Stadium. E poi dallo spirito di Champions dove solo un golletto è stato preso in 8 partite (in campionato, invece, cade come sempre l’asino: sono 24 in 25 gare). Proprio in Europa non si è mai visto quello strano snobismo di chi si sente troppo sicuro di sé, il male inconscio denunciato dal saggio Mkhitaryan. Il discorso dell’armeno non è piaciuto ai tifosi, almeno a leggere i rimbrotti sui social, ma non ha creato fastidio in società: Micki ha lo status per pronunciarsi, una certa superficialità era troppo evidente per essere taciuta. Ecco perché oggi l’Inter tutta si confronterà sulla spina che tende a staccarsi proprio nelle partite vitali. Sta a Inzaghi risolvere una volta per tutte il bug degli scontri diretti. E Simone non sarà tenero, come non lo è stato domenica davanti alla tv: “Per arrivare dove vogliamo non basta quel che stiamo facendo…”, ha detto. In un colpo solo ha tenuto alta l’ambizione, ma ha ammesso il problema. La rabbia di Lautaro al termine del match è poi giudicata un buon segno: il sentimento del capitano deve contagiare. L’Inter, quella vera, ha l’anima coraggiosa dell’acrobata: se tornasse in sé una volta per tutte, potrebbe pure correre su quel filo in alto, fino allo scudetto e pure oltre“.
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