PianetaChampions
·30 December 2025
I 5️⃣ trasferimenti che non ci saremmo aspettati nel 2025

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·30 December 2025

Le sessioni di calciomercato del 2025 hanno dimostrato, ancora una volta, di non essere soltanto una questione di ambizioni sportive o percorsi lineari di carriera. Accanto ai trasferimenti “logici” e alle operazioni previste, il calcio continua a sorprendere con scelte inaspettate, talvolta eccentriche e profondamente personali, che sfuggono alle tradizionali chiavi di lettura.
Ci sono calciatori che hanno privilegiato vantaggi economici evidenti, accettando proposte lontane dai grandi palcoscenici mediatici ma capaci di garantire stabilità e contratti fuori mercato. Altri, invece, hanno scelto strade meno battute spinti dal fascino dell'”esotico“: nuove culture calcistiche, campionati emergenti e contesti in cui vivere il calcio in maniera diversa. Quasi romantica, lontano dalle pressioni dell’élite europea.
Non mancano poi i casi più intriganti: giocatori ancora pienamente inseriti nel grande calcio che hanno deciso di sposare la causa di club di rango minore, attratti da un progetto tecnico, da una leadership ritrovata o semplicemente dal desiderio di essere protagonisti assoluti, rinunciando a riflettori più grandi in favore di responsabilità maggiori.
Di seguito, i 5 trasferimenti che non ci saremmo inaspettati nel 2025: operazioni che hanno fatto discutere o riflettere, ma che confermano come il mercato resti uno degli specchi più fedeli dell’evoluzione del gioco.
Classe 1985, Raul Albiol rappresenta uno dei difensori centrali più vincenti e longevi degli ultimi quindici anni. Il suo palmares parla da solo, tra Real Madrid, Napoli, Villareal e Nazionale spagnola. Il suo approdo al Pisa, da svincolato, va oltre: significa leadership, mentalità vincente, conoscenza tattica del campionato e carisma nello spogliatoio. Per una squadra neopromossa in Serie A, si tratta di un vantaggio competitivo inestimabile.
Uno dei trasferimenti più sorprendenti dell’anno. Matteo Ruggeri, esterno classe 2002, ha ben figurato con la maglia dell’Atalanta soprattutto per intensità, continuità e densità sulla fascia, più che per quel tasso tecnico raffinato spesso richiesto ne La Liga. Il “Cholo” Simeone non cerca esterni estetici, ma soldati tattici, capaci di coprire, duellare e interpretare entrambe le fasi. L’operazione da circa 20 milioni di euro ha sorpreso e non poco in Italia: una scelta inaspettata, ma perfettamente coerente con l’ideologia calcistica dell’Atleti.
Il ritorno in Europa più romantico e inatteso. Dopo la rescissione con il Fortaleza, David Luiz ha sposato il progetto del Pafos, club cipriota alla prima storica partecipazione in Champions League. Un’operazione fortemente voluta dal ds italiano Cristiano Giaretta, definita “epocale” dalla stessa società. L’ex Chelsea rappresenta una scelta esotica, ma al tempo stesso carica di simbolismo: un profilo che ha scritto pagine importanti del calcio europeo e che adesso contribuisce a scriverne di nuove in un contesto underdog.
Il colpo che ha scosso l’Europa. Kevin De Bruyne, uno dei migliori centrocampisti in circolazione, ha detto sì al Napoli la scorsa estate. Dopo la decisione del Manchester City di non rinnovargli il contratto, Aurelio De Laurentiis ha colto l’occasione, battendo la concorrenza di club più blasonati come il Liverpool. Contratto biennale e un acquisto che va oltre il valore tecnico: un manifesto di ambizione, un segnale chiarissimo di un Napoli deciso a restare stabilmente nell’élite del calcio europeo.
Qui il fattore decisivo è stato economico. Mateo Retegui ha lasciato l’Atalanta per approdare all’Al-Qadsiah, club della Saudi Pro League, per una cifra complessiva di 67 milioni di euro, bonus inclusi. Un’offerta semplicemente irrinunciabile. L’attaccante, che avrebbe potuto puntare addirittura ad una big dopo la grande stagione a Bergamo, è diventato il calciatore italiano più pagato della storia: per lui anche un contratto quadriennale da 16 milioni a stagione più bonus. Una scelta divisiva, ma che fotografa perfettamente il calcio globale del 2025, sempre più orientato a logiche economiche e geopolitiche.









































