Inter, Bonny si racconta: «L’Inter è tra i 3-4 club più grandi del mondo. Mia mamma è africana e amava Eto’o» | OneFootball

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·2 September 2025

Inter, Bonny si racconta: «L’Inter è tra i 3-4 club più grandi del mondo. Mia mamma è africana e amava Eto’o»

Article image:Inter, Bonny si racconta: «L’Inter è tra i 3-4 club più grandi del mondo. Mia mamma è africana e amava Eto’o»

Inter, Bonny: «L’Inter è tra i 3-4 club più grandi del mondo. Mia mamma è africana e amava Eto’o». Le sue dichiarazioni

Il quarto episodio di On Board, il format di Inter TV realizzato in collaborazione con Betsson Sport, ha avuto come protagonista Ange-Yoan Bonny, giovane attaccante francese classe 2003 in forza all’Inter. Nato a Melun, in Francia, Bonny è considerato uno dei prospetti più interessanti del vivaio nerazzurro, grazie alla sua fisicità imponente e alla capacità di attaccare la profondità. Le sue parole:

DA DOVE ARRIVA LA MAGLIA DELL’INTER CHE AVEVO DA BAMBINO – «Me l’ha regalata mia madre quando avevo 6-7 anni, oggi giocare qua è come realizzare il sogno di un bambino: è una bella chiusura del cerchio. Quando ero piccolo, così come adesso, l’Inter è tra i 3-4 club più grandi del mondo. Mia mamma è africana e amava Eto’o, mi ha trasmesso la sua passione per questo giocatore».


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NON SOLO CALCIO – «Ho fatto 8 mesi di judo prima di giocare a calcio perché mia mamma pensava che mi sarei calmato. Ero un bimbo iperattivo. Alla fine, tutte le strade mi hanno portato al calcio».

IL GOL CONTRO IL COMO REALIZZATO CON LA MAGLIA DEL PARMA – «Un gol di tacco, un bel gol. Parma è stata la mia prima esperienza in Italia, ho cominciato a giocare tra i professionisti. Ho imparato tutto a Parma: la lingua, il modo di giocare a calcio in Italia e il parmigiano. E’ una città che porto nel cuore. Quando sono arrivato giocavo più indietro, poi Pecchia e Chivu mi hanno dato fiducia in attacco. Il mio percorso in Serie B mi ha aiutato, sto continuando a crescere».

SUL MIO RAPPORTO CON CHIVU – «Il mister è una brava persona, che mi ha dato fiducia dall’inizio alla fine. Ha giocato ad alto livello e mi aiuta tanto, grazie alla sua esperienza, anche fuori dal campo. Lui mi ha insegnato che non importa il livello dell’avversario: bisogna sempre giocare il proprio calcio e dare il massimo. Penso che la cosa migliore del mister sia che lui sa trascinare i suoi giocatori».

SUGLI OBIETTIVI – «E’ ancora tutto da fare, voglio vincere più titoli possibili assieme alla squadra. Personalmente, voglio diventare uno dei migliori giocatori della mia generazione. La stagione più bella è quella che arriva».

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